Il viandante tra rime e aglio

CarlosSanchez è un poeta del nostro tempo. Da "operaio - senza protezione - della parola" ha fatto della poesia l'avventura di un'esistenza passata a camminare per il mondo. "La poesia, le nuvole e l'aglio" (Lìbrati, pag. 117) è molto più di un racconto sommerso nel quotidiano, è piuttosto il canto - lirico, immaginifico, epico e perfino, a tratti, visionario - di "un uomo semplice nel tentativo di vivere" senza incespicare negli altri. Sanchez, nato a Buenos Aires 68 anni fa, affonda le mani nella materia di cui è fatta la realtà, non fugge dalla dimensione quotidiana, si immerge nella precarietà e nel cemento, nel quartiere e nella provincia; eppure non si lascia vincere, forte del suo alito cosmopolita. La sua poesia ha lo stesso sapore dolce-amaro di un "viandante del Sud" con la capacità di interpretare l'oggi disegnando indizi che portano al domani. A chi legge si offre la possibilità di smarrirsi tra il circo e il mercato rionale in compagnia di pensieri di vita e di morte. Una poesia che, magari, non può cambiare il mondo, ma non per questo "il canto ammutolisce, non per questo si estingue".