Streghe e vampiri, è la notte di Halloween

Unaraccolta di storie che lasciano col fiato sospeso. Sono i «Racconti di Halloween – Per non dormire questa notte», a cura di Fabiano Massimi, con un'introduzione di Marcello Fois. Il volume edito da Einaudi (ristampa 2009) raccoglie ventiquattro storie. Un viaggio nel tempo dall'Ottocento alla contemporaneità mentre l'immaginazione viaggia attraverso la fantasia di scrittori italiani, americani, francesi o tedeschi. Ma la paura non ha età o provenienza geografica. Dal Brasile arriva nientemeno che l'invisibile Horla di Maupassant, creatura che potrebbe succedere all'uomo come questo è succeduto ai dinosauri. Il vampirismo è trattato da Hoffmann nell'omonimo racconto sospeso tra l'idillio amoroso e l'orrore di una terribile verità. A lui si ispirarono gli stessi Poe e Lovecraft. Noto per “La guerra dei mondi” (da cui Spielberg ha tratto nel 2005 l'omonimo film) H.G. Wells, uno dei padri della fantascienza, ci regala "La camera rossa”. Cosa c'è di spaventoso al suo interno? Forse la paura stessa? Dino Buzzati, giornalista e scrittore (“Il deserto dei Tartari”) ci fa entrare in un salotto borghese dove una pericolosa realtà si farà lentamente largo. Perché non doveva essere suonato “Il campanello della cameriera”? Perché si sente squillare? Edith Warton (“L'età dell'innocenza”), amica di Henry James (“Il giro di vite”) lascia che il non detto ci conduca alla conclusione di un mistero non svelato. Inaspettato, Charles Dickens non è solo “Il canto di Natale” e “David Copperfield”. Lo vediamo alle prese con “Il segnalatore”, storia di funesti presagi. Arthur Conan Doyle, autore della saga legata a Sherlock Holmes, scrive “De Profundis". Ma forse questo racconto una spiegazione logica, anche se al limite dell'inverosimile, ce l'ha. Poi il gran finale. Lewis Shiner conclude con "Il cerchio". Nella notte di Halloween un gruppo di amici si riunisce per leggere storie dell'orrore. Viene anche citato Ray Bradbury, autore di uno dei racconti di questa raccolta. Questo dà un tocco inqietante all'ultimo racconto, come se fosse in qualche modo reale. Ma il significato del titolo è chiaro soltanto nelle ultime righe.