Cinema, Clooney senza premio

La storia di Lars che lascia l'esercito ed entra a far parte di un gruppo neonazi impegnati a organizzare raid punitivi contro arabi e omosessuali, è piaciuto alla Giuria del Festival del Film di Roma presieduta da Milos Forman. A sorpresa, il film danese «Brothehood» di Nicolò Donato ha vinto il Marc'Aurelio d'oro alla quarta edizione del Festival di Roma. Il premio Oscar Helen Mirren ha invece ricevuto il Marc'Aurelio d'Argento come migliore attrice per «The Last Station» di Michael Hoffman, mentre il premio al migliore attore se lo è aggiudicato il bravissimo Sergio Castellitto per «Alza la Testa» di Alessandro Angelini. Gran Premio della Giuria Marc'Aurelio d'Argento a «L'uomo che verrà» di Giorgio Diritti, che conquista anche il Marc'Aurelio d'Oro del pubblico e il premio «La meglio gioventù» assegnato dal ministero della Gioventù. Colpisce la scelta di «Botherhood» (che ha vinto pure il premio Farfalla d'oro dell'Agiscuola) per la sua storia cruda che racconta l'apprendistato alla «fratellanza» di Lars (Thure Lindhardt) con il mentore Jimmy (David Dencik) incaricato di testarne l'affidabilità e la preparazione su testi stile Mein Kampf. Imprevedibilmente tra i due scoppia la passione, finché alla fine le regole razziste prendono il sopravvento sull'amore dei ragazzi vissuto in segreto. Tradire i «fratelli» di ideologia o tradire l'altro e i propri sentimenti? Qualunque sia la scelta, il finale porterà alla stessa soluzione: verso la violenza fisica o mentale. Per quanto la pellicola appassioni, sorprende che sia vincitrice in un Festival che pone grande attenzione per i ragazzi. Ragazzi che comunque hanno detto la loro nella sezione Alice nella città scegliendo come vincitori «Last Ride» di Glendyn Ivin (Marc'Aurelio d'Argento) e «Oorlogswinter» di Martin Koolhoven. Mentre il Marc'Aurelio d'argento al miglior documentario per la Sezione L'Altro Cinema/Extra va a «Sons of Cuba» di Andrew Lang. Se «Last Ride» è la storia di un ragazzo costretto a diventare adulto in fretta perché figlio di un omicida in fuga, «Oorlogswinter» racconta (in netto contrasto con «Brotherhood» che sarà distribuito da Lucky Red)) le vicende di un adolescente olandese che, nella Seconda Guerra Mondiale, odia i nazisti e non vede l'ora di far parte della Resistenza clandestina per farli fuori tutti. Ancora una volta spicca la doppia anima di questo Festival-Festa, da un lato popolare e legato ai giovani, dall'altro pronto a mettere in luce storie scomode, ma pur sempre attuali e ben sceneggiate come «Brotherhood». Nel finale pirotecnico il direttore generale Francesca Via assicura che la kermesse potenzierà il legame con il territorio tutto l'anno: con l'incontro degli studenti con Kevin Spacey, con quello di Michael Mann (il 3 novembre nell'ambito del Viaggio nel Cinema americano) e con il festival di Natale su Lele Luttazzi.