La carica dei giovani alla Festa del Cinema

Conto alla rovescia per il Festival Internazionale del Film di Roma, in programma dal 15 al 23 ottobre nella Capitale. La manifestazione con la presidenza di Gian Luigi Rondi punta decisa sui giovani: oltre alla sezione «Alice nella città», oltre all'esperienza collaudata del laboratorio dedicato ai nuovi professionisti, arriva il premio «La meglio gioventù», che sarà assegnato a uno dei film in concorso nella selezione ufficiale da una giuria di giovanissimi critici, presieduta dallo scrittore e regista Federico Moccia. Alla rotta verso il mondo giovane (in controtendenza con tutti gli altri festival un po' datati e polverosi) ha dato un contributo Giorgia Meloni con il Ministero della Gioventù. «Non so se il Festival abbia intrapreso un nuovo cammino - ha detto Giorgia Meloni - ma so che l'Italia è un Paese bloccato dalle rendite di posizione e che noi vogliamo dare un'opportunità di emergere a chi è giovane». Un grande entusiasmo per l'iniziativa è stato espresso da Moccia che, per l'appuntamento romano (ma solo per questo evento) sembra aver fatto pace con i festival. «Io faccio il cinema che mi piace - ha detto - e non so quanto si concili con questo genere di festival», ma sulle capacità delle nuove leve è pieno di fiducia. «Oggi esistono tanti canali perché un giovane arrivi al cinema, è possibile trovare lo spazio per crescere». E se arrivasse un giovane eccezionale, come i grandi registi italiani del passato, con la situazione di oggi potrebbe emergere? La risposta di Moccia è decisa: «Sì». Il Festival svolta verso i giovani che... ricambiano. Per l'evento sono già stati venduti ventimila biglietti. I posti per «The Twilight Saga», sono andati esauriti in tre ore. Tanto che il direttore generale Francesca Via si sente in dovere di precisare che «il coinvolgimento è ad ampio raggio: tanto spazio ai giovani, ma c'è anche il ricordo di Emmer e altre iniziative». E tra queste ha suscitato curiosità un particolarissimo documentario della sezione «Extra» che illustra la nuova passione delle donne boliviane: la lotta libera. Si intitola «Mamachas del Ring», firmato da Betty Park.