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Matteo Tagliariol, i giochi olimpici solo un ricordo? «Una esperienza entusiasmante.

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Eil giorno della vittoria... «Ero convinto di vincere, ero abbastanza calmo. Negli ultimi anni sono migliorato professionalmente e ho vinto gare in Coppa del Mondo. Una vittoria che mi ha regalato una sensazione entusiasmante l'annullamento totale, invece di esplodere sono imploso. Il sogno di una vita in poche ore». Dove è nato? «A Treviso, mia mamma di Treviso professoressa. Papà nato in Svizzera da famiglia italiana, proprietario di una carrozzeria di famiglia di tante generazioni non ho voluto proseguire il suo lavoro. Mio papà ora è agente immobiliare». Figlio unico un sacrificio? «Sono figlio unico e anche felice di esserlo. Forse preferisco stare al centro dell'attenzione». Un bambino vivace? «Un po' Gianburrasca nonostante l'educazione severa di mio papà». Da sempre sportivo? «Provengo da una famiglia di sportivi». E la passione per le spade? «A sei anni ho cominciato a tirare di scherma. Guardavo e adoravo il cartone di D'Artagnan e un giorno ho sbagliato canale e mi son trovato di fronte una gara di scherma. Ho chiesto cosa fosse, ho subito voluto prendere lezione». Le sue scelte sempre dettate dalla scherma? «La maggior parte delle mie scelte fatte in base alla scherma. Volevo vincere le Olimpiadi». Si pente di qualcosa? «Non mi pento mai di quello che ho fatto e che faccio. La negatività delle cose della vita possono essere un utile esperienza. A volte è meglio conoscere il male per arrivare al bene. Il gruppo sportivo dell'Aeronautica Militare mi ha permesso di allenarmi e ha creduto in me, oltre i miei genitori». È innamorato? «L'amore è fondamentale nella mia vita». La frase che ama di più? «Conosci te stesso».

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