"Basta con il Romanesco"

Castelli ha sottolineato che «è una cosa veramente insopportabile. Dà fastidio non tanto per una questione campanilistica, ma perchè è chiaro che il linguaggio è parte essenziale del personaggio e sentire Giovanni XXIII che era un bergamasco verace parlare con accento romanesco è sbagliato storicamente». E subito s'infiamma la polemica. Per Monica Guerritore «Roberto Castelli non ha alcun titolo per poter intervenire su una faccenda che non lo riguarda, non lo tocca e di cui non sa nulla». Carlo Verdone è possibilista: «Ha usato una maniera brutale, ma se avesse detto in modo elegante che il cinema si può aiutare con una nuova Cinecittà lombarda, senza alcuna contrapposizione tra Roma e Milano, allora sono pienamente d'accordo con lui». Flavio Insinna, romano e romanista, replica così: «Il problema è fare bene il proprio mestiere, in dialetto o in lingua poco importa». Luca Barbareschi, attore e deputato del Pdl pensa ci si debba preoccupare di problemi più pressanti come «la riforma dello spettacolo, di fare una legge per la reintegrazione del Fus e trovare regole affinchè l'Italia possa far fronte all'invasione degli stranieri».