Tosca a Caracalla

Una Tosca nuova di zecca da domani (9 recite sino al 6 agosto) alle Terme di Caracalla. Una partitura sempre gradita sia per la musica di Puccini che per i natali romani dell'opera, oltretutto ambientata proprio nella città eterna. L'eccellente cast vocale, con Micaela Carosi (Tosca), Gabriele Armiliato (Cavaradossi) e Giorgio Surian (Scarpia), sarà sotto l'esperta guida di Paolo Olmi. La regia è di Franco Ripa di Meana. «Sono soddisfatto di questo progetto – dice il regista – Sarà un allestimento di grande impatto con un disegno moderno ma di grande efficacia. È un'operazione coerente in cui la drammaturgia è diventata disegno di regia. La molla dell'azione è Scarpia, capo della polizia pontificia: un prelato, un chierico, che dapprima appare nella sua fede, poi scompare nel delirio di potere della Chiesa: è proprio lui che si rende colpevole della violenza. È questo tradimento del suo ruolo a spingere Tosca all'omicidio. Usa insomma la sua veste ed il potere a fini privati. Questo rende il personaggio più perverso ed oscuro. Tosca e Cavaradossi sono gli unici borghesi in un mondo dominato dal clero. Quello di Tosca, che ha un rapporto positivo con la religione, è un erotismo sano (per il costume ho pensato a Lina Cavalieri), quello di Scarpia è perverso e malato. I costumi sono ispirati al primo Novecento». Ulteriori dettagli vengono dal tenore Armiliato: «Torno con emozione dopo vent'anni a fare Cavaradossi alle Terme di Caracalla. Vi debuttai nel ruolo con la regia di Bolognini: ero alle prime armi. In vent'anni ho cantato in Tosca per 133 recite.Il mio Cavaradossi nasce così da un'esperienza ventennale con allestimenti ora tradizionali, ora moderni. Questo si svolge su una piantina di Roma con i tre centri dell'azione. L'ambiente è spoglio, senza suppellettili e tutto è giocato sulle luci e sulla suggestione del luogo. Il mio Cavaradossi – prosegue il tenore - è un entusiasta, un artista. Oltre amore per l'arte c'è l'amicizia e l'amore speciale per Tosca. Insomma è un idealista ed un innamorato. Si gioca tutto in mezza giornata per salvare un amico. È fondamentalmente un impulsivo, un volterriano che dona il ritratto alla chiesa per conquistarsi le simpatie del clero». A sorpresa il finale: Tosca non si butta nel vuoto dagli spalti di Castel S. Angelo, ma finisce nel Tevere con il suo amante. E le acque del fiume si colorano di rosso sangue.