Europa e Russia, un passo indietro per cominciare davvero a dialogare

L'incomprensionetra la Russia e l'Europa-Occidente in questi vent'anni è stata il risultato dello scontro tra due ragioni. Da un lato, la volontà legittima della Russia di essere riconosciuta come grande potenza; d'altra parte le legittime aspettative dell'Occidente di vedere, nel dopo guerra fredda, una Russia finalmente pronta a voltare pagina, a liberarsi della storia e ad adeguarsi al nuovo e più dinamico contesto internazionale post-bipolare. La Russia non rinuncerà alla sua ambizione di restare grande potenza con una sua specifica identità ed una sua autonomia. Per consolidarsi come potenza del XXI secolo la Russia avrà tuttavia bisogno dell'Europa. L'integrazione della Russia con l'Europa non è più, come in passato, dettata dal dilemma modernizzazione versus arretratezza asiatica, quanto dalla realtà della globalizzazione e del multipolarismo economico. Le interdipendenze con l'Europa sono un asset prezioso per la Russia per la propria modernizzazione interna ed integrazione competitiva nell'economia globale. L'Europa, a sua volta, ha bisogno della Russia, non solo per i suoi approvvigionamenti energetici, ma anche per ultimare il suo progetto di superamento delle barriere sul continente avviato con la fine della guerra fredda: senza qualche forma di integrazione della Russia questo progetto rimarrebbe incompiuto. L'Europa ha bisogno della Russia anche per realizzare la propria visione di una governance mondiale basata sul 'multilateralismo efficace', che presuppone il buon funzionamento del sistema delle Nazioni Unite, e che non é pensabile senza la cooperazione con la Russia. Il rapporto Russia-Europa e, al suo interno, il rapporto Ue-Russia hanno però bisogno di una redifinizione strategica. Dovendo rinunciare - almeno nel breve-medio termine - all'ipotesi di una convergenza della Russia verso il modello occidentale, l'Europa deve ricercare con quest'ultima un rapporto più stretto basato su una convergenza strategica fondata sugli interessi. La creazione di una rete di interdipendenze fondate sugli interessi concreti - dall'energia, all'economia, all'ambiente mantenendo aperti gli scambi e i canali di comunicazione tra società europee e società russa, i rapporti 'business-to-business' e 'people-to-people' - è l'unica strategia possibile per sviluppare in senso positivo il rapporto tra la Russia e l'Europa. Il dialogo sui valori e democrazia non può e non deve certamente essere messo da parte, ma va collocato in chiave costruttiva nel contesto complessivo dei rapporti euro-russi, deve servire ad avvicinare, non allontanare le due realtà. L'Ue allargata, che comprenderà nel giro dei prossimi dieci anni circa trentacinque membri (considerando almeno l'adesione dei paesi dei Balcani Occidentali), accentuerà i propri aspetti intergovernativi rispetto a quelli sovranazionali, i meccanismi di flessibilità interni e di semi-integrazione con i suoi vicini: ciò dovrebbe rendere più facile l'integrazione anche della Russia nel grande spazio europeo, ovviamente secondo modalità 'ad hoc' che riflettano le peculiarità e dimensioni di quest'ultima. Questo processo dovrebbe essere facilitato anche dal fatto che tra quindici, vent'anni la generazione al comando in Russia, i suoi quadri politici ed economici, sarà costituita da individui nati dopo il comunismo e la guerra fredda, individui per i quali fantasmi e retaggi del passato conteranno molto meno, mentre il voler esser parte del mondo europeo e globale costituirà per essi un sentimento spontaneo e naturale. L'Europa, nel ridefinire il suo rapporto con la Russia, deve insomma soprattutto saper guardare in prospettiva. La Russia dovrebbe d'altra parte a sua volta fare una più chiara scelta europea. Ciò non significa dover rinunciare alla propria sovranità, e nemmeno alla multivettorialità della propria politica estera che è un'esigenza irrinunciabile in un mondo divenuto sempre più multipolare. Scelta europea significa piuttosto maturare la consapevolezza che tra le diverse partnerships, quella con l'Europa per motivi geografici, economici, politici e culturali, è una partnership speciale e privilegiata che non può essere messa a repentaglio e che va alimentata positivamente e costantemente. Ciò implica anche che la Russia comprenda che l'Europa e l'Ue a ventisette è diversa dall'Ue a dodici o quindici, che la vicinanza geografica creata dall'allargamento ha prodotto nuovi problemi e sensibilità che più di ieri influiscono sul rapporto Europa-Russia. La Russia deve costruire con i suoi vicini della nuova Europa un rapporto di fiducia, farsi rispettare senza essere temuta, aiutarli a superare i brutti ricordi della storia e quei timori endemici determinati dal combinato di vicinanza geografica e asimmetria di potenza. Fare una scelta europea significa anche superare l'ottica, ormai anacronistica nel mondo del XXI secolo, della competizione con gli Usa, che interferisce nel rapporto con l'Europa, divide internamente quest'ultima, e porsi invece come partner di quest'ultima e degli stessi Stati Uniti per affrontare insieme, nel ruolo di 'attore responsabile', le sfide globali del XXI secolo. Le basi di un accordo complessivo euro-russo, di un grand bargain per ridefinire strategicamente il loro rapporto sono quattro: la cooperazione nel settore dell'energia (la creazione di una 'comunità energetica euro-russa) ; la creazione di un'area di libero scambio e, in prospettiva, di un mercato unico euro-russo fondato sulle 'quattro libertà' (libera circolazione dei beni, servizi, capitali e lavoratori), la creazione di un nuovo quadro per la co-gestione dei problemi della sicurezza europea e la comune responsabilità nella gestione dell'agenda globale. Comunità energetica, area di libero scambio e co-gestione dello spazio di sicurezza paneuropeo potrebbero costituire le basi, nel tempo di un rapporto più strutturato, ma sufficiente flessibile, tra Europa e Russia. Una volta risolti i principali motivi di controversia nello spazio paneuropeo , in particolare l'energia e la sicurezza, Europa e Russia dovrebbero concentrarsi sulla gestione coordinata dei problemi globali, dal cambiamento climatico, allo sviluppo e lotta alla povertà - soprattutto in Africa, alla non proliferazione, alla stabilizzazione delle aree di crisi, anche attraverso il comune contributo al peacekeeping. Soprattutto l'Europa e la Russia dovrebbero poter contribuire al consolidamento del regime normativo internazionale e al suo adattamento alle nuove sfide del XXI secolo. Per la Russia si tratta quindi di impegnarsi nel cercare tradurre il multipolarismo, basato sul concetto di potenza, in multilateralismo normativo. L'interconnessione con l'Europa può insomma aiutare la Russia non soltanto a completare la modernizzazione interna e a legittimarsi come grande potenza, ma anche a definire il suo ruolo ed identità come potenza moderna del XXI secolo, proponendosi come attore attivo e responsabile del nuovo sistema globale. Affinché ciò accada c'é bisogno che Europa-Occidente e Russia, entrambe, mettano da parte la storia dell'ultimo mezzo secolo.