Concerti, meglio rimandare

{{IMG_SX}}Si mettono i soldi da parte. Si compra il biglietto. Ci si organizza. Magari si prenota anche un viaggio aereo o in treno. E i più testardi devono perfino lottare col capo ufficio per avere proprio quel giorno di ferie. E poi? Che succede? Proprio quando si comincia ad avere l'acquolina in bocca e a fare il conto alla rovescia, ecco lì che una notiziola striminzita sulle pagine dei giornali o su qualche sito Internet avverte tutti che non c'è niente da fare, il concerto è posticipato, rimandato a data da destinarsi o, nella peggiore delle ipotesi, definitivamente annullato. Certo. Sono tutti pronti ad assicurare che il biglietto in questione potrà essere rimborsato e che, comunque, nella nuova data si potrà usufruire dello stesso trattamento che si era scelto in origine. Ma il viaggio in aereo e in treno? E il giorno di ferie tanto sospirato? Senza contare poi che la nuova data potrebbe essere impraticabile per i motivi più svariati. In questo caso oltre al danno c'è anche la beffa. E si resta con un pugno di mosche in mano. Sembra un caso limite, ma la stagione di musica appena iniziata sembra essere colpita da questa «strana» abitudine. Coincidenze? Come che sia, cresce il numero dei concerti rimandati o annullati. Se tutto questo coinvolge nomi di secondo piano, la cosa passa quasi inosservata. Ma se si tratta del re del pop, beh allora la storia è diversa. Da tempo Michael Jackson è al centro di un vero e proprio psicodramma collettivo. Un anno fa iniziarono a circolare le prime foto che lo ritraevano sulla sedia a rotelle all'uscita da un ospedale di Los Angeles. Poi le voci di un cancro alla pelle che metterebbe a rischio la sua vita. Immediate arrivarono le smentite da parte del suo staff: il musicista sta bene, anzi non è mai stato meglio. A fugare ogni dubbio la recente conferenza stampa di Londra, dove Jackson ha presentato l'interminabile serie di concerti che terrà da luglio alla 02 Arena. Ed è qui che comincia il giallo. Qualche settimana fa, imprecisati problemi tecnici costringono gli organizzatori a rinviare il debutto dello show dall'8 al 13 luglio. Ben tre date vengono addirittura rimandate a marzo 2010. Qualche ora fa, poi, la notizia che Jacko avrebbe paura di perdere il naso. Fonti vicine alla pop star hanno riferito che l'artista è in uno stato molto fragile e che la diagnosi secondo cui sarebbe affetto da un cancro alla pelle lo ha terrorizzato. Gli è stato detto che ha ottime possibilità di guarire e che il suo cancro è curabile ma Jackson è convinto che perderà il naso e vive nella costante paura di morire. A questo punto verrebbe quasi da chiedersi: concerti o no, ma Jacko è vivo davvero? La mania dei concerti rimandati, però, non riguarda solo star d'oltreoceano. Anche in casa nostra abbiamo qualche esempio eccellente. Uno su tutti Claudio Baglioni. Il debutto romano del suo megashow «Q.P.G.A» era in programma il 22 maggio ma è stato rinviato al 12 giugno. Anche qui ufficialmente per problemi tecnici, visto che gli organizzatori assicurano che la data ha già registrato il tutto esaurito. Ma, per una sorta di effetto domino, sono state rinviate anche altre date del tour come quella all'Arena di Verona, posticipata al 14 settembre. Tra i ripensamenti seguiti all'annuncio di grandi rientri sulla scena, c'è anche quello di Amy Winehouse. La diva tutta genio e sregolatezza avrebbe dovuto esibirsi ieri sera allo Shepherds Bush Empire di Londra. Il concerto si sarebbe dovuto tenere in occasione del cinquantesimo anniversario dell'etichetta Island Records ma niente da fare. E ancora non si conoscono i motivi della cancellazione. Tante le analogie con quanto è capitato a Umberto Tozzi. Il suo concerto romano del 15 maggio è stato annullato e rimandato a ottobre. Un caso a parte merita invece Marco Carta. Il giovane vincitore dell'ultima edizione del festival di Sanremo ha suonato a Roma ma il suo concerto è stato interrotto dopo circa mezz'ora dall'inizio per eccesso di pubblico. In un primo momento la data sembrava dovesse essere solo rinviata. Poi, invece, è stata annullata definitivamente. Tra rinvii e false partenze ci frulla in mente una domanda: ma siamo proprio sicuri che è così che si venderanno più biglietti?