Tante, odiate e ammirate le donne del Futurismo

Basta citare quella che invitava a glorificare “il disprezzo della donna”, identificata nel simbolo stesso del sentimentalismo e del conformismo borghese. Eppure, il Futurismo fu l'avanguardia che poté vantare la più significativa partecipazione femminile di tutto il ‘900. Un esercito agguerrito ed anticonvenzionale di scrittrici, intellettuali, pittrici, fotografe, cineaste e danzatrici, pronte a tutto e soprattutto a rovesciare i concetti più banali di femminilità. Lo si vede bene nell'imponente ed appassionante volume curato da Giancarlo Carpi per i tipi di Castelvecchi editore ed intitolato “Futuriste” (680 pp.; 35 euro). Vi sono raccolti in particolare i vari manifesti sulla donna e i testi firmati dalle esplosive futuriste accanto ad una bella scelta di riproduzioni delle loro opere e alle loro biografie. E così si va dalla danza ideista di Valentine de Saint-Pont alla pittura polimaterica e alla scultura cinetica di Ruzena Zàtkovà, dal Tattilismo e dall'Aeropittura di Benedetta Cappa Marinetti alla creatività delle due figlie di Giacomo Balla, Luce ed Elica. E se Marinetti, nel “Manifesto del partito politico futurista” del 1918, teorizzava l'abolizione del matrimonio e il libero amore, non gli era certo da meno Valentine de Saint-Pont che nel “Manifesto della Donna futurista” (1912) sosteneva quasi delirando che le donne dovevano ritornare al loro “istinto sublime: alla violenza e alla crudeltà”. Secondo il miglior stile futurista, la poetessa commentò e difese le proprie idee di fronte ad una platea ostile di letterati e scrittrici nella sala Gaveau di Parigi, scortata da Marinetti, Boccioni e Severini che minacciavano pugni a destra e a manca. E lo stesso inventore del Futurismo traccia il ritratto ammirato della poetessa con quella “sensualissima bocca giovanile sotto due immensi occhi verdi le cui lunghe ciglia rimano coi riccioli d'oro a diadema di perle autentiche e con l'anello pesante occhiuto e scintillante che invetrina il più bel piede di donna del mondo”. Né va dimenticato che nel “Manifesto futurista della Lussuria” la stessa de Saint-Pont arriva a proclamare: “l'Arte e la Guerra sono le grandi manifestazioni della sensualità; la lussuria è il loro fiore, che incita le energie e scatena le forze”. Un'altra infervorata futurista come Fanny Dini elogiava Marinetti e il suo libro “Come si seducono le donne” per essere riuscito a vedere gli esseri femminili “come sono: come le creature più felinamente e più voluttuosamente animali che esistano: che amano su tutte le cose le audacie più folli: di cui ogni gesto, verso se stesse o altri, non è che un'incitazione verso un pericolo maggiore”. Chissà, se le donne di oggi, alla luce delle pari opportunità, vi si riconoscono anche in minima parte oppure preferiscono liquidare il tutto con una risata di superiorità.