Aznar: «L'islamofascismo

Risulta pertanto opportuno mantenere una netta distinzione tra religione e totalitarismo religioso. Ritengo che Benedetto XVI si sia espresso con sufficiente chiarezza in proposito: «Quando la politica promette di essere redenzione, esagera. Quando essa pretende di compiere l'opera di Dio, piuttosto che divina, diventa demoniaca». È in tale accezione che considero sufficientemente adeguata l'espressione «islamofascismo». Questo termine, Santiago, rende bene l'idea che questi fanatici hanno del presente e della politica. Essi ricorrono all'apologia e all'esaltazione del ricorso alla forza e alla violenza in maniera assoluta e illimitata. E la propugnano all'interno di settori di paesi, molti dei quali musulmani, frustrati ed esasperati da condizioni di vita inferiori rispetto a quelle che hanno modo di osservare in altre parti del mondo. Questo, nonostante la povertà rappresenti solo un pretesto, quando non addirittura un alibi, per la manipolazione delle coscienze. Questa fanatica ideologia è inoltre in grado di indicare un colpevole, l'infedele e l'occidentale, che bisogna annientare al fine di risolvere i propri problemi. Essa cerca un nemico assoluto e lo identifica con noi. Nemmeno questo è qualcosa di nuovo, Santiago. Già a loro volta, comunisti e fascisti condividevano una simile concezione del crimine come strumento di emancipazione. In ragione di quanto sopra, l'islamofascismo risulta rivoluzionario nell'accezione peggiore del termine. Esso persegue la sovversione dell'ordine politico e la distruzione della società aperta. A tal fine, ricorre alla violenza esercitata dall'esterno: minacce, bombe, attentati. Esso utilizza però anche mezzi interni, il che risulta particolarmente preoccupante. Si serve cioè delle istituzioni contro le stesse istituzioni. Non lasciarti tuttavia trarre in inganno: l'islamofascismo distrugge l'ordine basato sulla libertà, ma non lo fa tanto per fare, a titolo gratuito. Allo stesso tempo, ne sta costruendo uno nuovo, il proprio. All'interno del mondo islamico, esso instaura regimi disumani che trasformano la vita quotidiana in un vero e proprio incubo. Non vengono rispettati i diritti più elementari, nemmeno quello alla vita. In quei luoghi, non vi è diversità che tenga: per il solo fatto di essere donne, queste ultime vivono in un carcere a vita; gli omosessuali vengono torturati e assassinati; le adultere, lapidate. Lo abbiamo visto a proposito dell'Afghanistan, lo vediamo negli atti barbari e criminali che si consumano in Sudan. Si è instaurato il disprezzo per la vita di chiunque capiti a portata di mano. Una simile repressione viene attuata attraverso due strumenti che noialtri ben conosciamo: il terrore e la propaganda. José Maria Aznar