Un bimbo dimenticato con umorismo

In mezzo, un bambino di dodici anni, Mauro, appassionato di calcio. Un giorno però, all'improvviso, i suoi genitori gli dicono che debbono andare in vacanza, chiudono la casa e hanno così fretta che, senza nemmeno accompagnarlo, lo lasciano di fronte alla casa dove vive il nonno, in quel quartiere del Bon Retiro di San Paolo abitato in prevalenza da una comunità ebraica (il padre di Mauro è ebreo, la madre no). Ma il bambino incappa subito in un ostacolo perché il nonno è morto proprio il giorno prima e lui si ritrova solo di fronte a un appartamento vuoto. Lo soccorre la pietà di un anziano vicino, amico del nonno, che però stupisce subito di constatare che non è circonciso (la mamma, evidentemente, lo ha fatto battezzare). La vicenda comincia a svolgersi. Vissuta e vista soprattutto attraverso il piccolo Mauro, che fa presto amicizia con dei coetanei insieme ai quali segue, ansiosissimo, le varie tappe del campionato che si concluderanno alla fine con la tanto sospirata vittoria brasiliana. Con un'ombra, però, quei genitori lontani che pure avevano promesso di tornare, proprio per il campionato... Una storia semplice, ma piena di allusioni, perché, pur lasciando che il piccolo protagonista si divida tra la passione del calcio e l'attesa dei genitori, attorno, sia pure con tratti lievi, si rievocano i guasti della dittatura facendo via via intuire il vero significato di quella «vacanza» lontana che era in realtà una fuga, un po' come nel celebre film di Kusturica «Papà è in viaggio d'affari». Mettendo l'accento, con la stessa levità, su quella comunità ebraica che, parlando soprattutto in Yiddish, svela che molti dei suoi membri sono sfuggiti all'Olocausto. Il regista, del resto, Cao Hamburger, ha origini proprio in quella comunità di cui ha rappresentato mentalità e modi sempre con la stessa finezza con cui ha inteso farci vedere e sentire tutto con la mediazione di quel bambino ignaro di tante cose ma non per questo meno commovente. Lo interpreta un dodicenne alla sua prima esperienza al cinema. Michel Joelsas. Lo si direbbe un attore nato. Precede il film un cortometraggio italiano, «Lettera d'amore a Robert Mitchum», di Francesco Vaccaro, che ha invece al centro una nostra grande attrice, Piera Degli Esposti. Un giusto omaggio alla sua recitazione.