In arrivo il film «La masseria delle allodole»

È quasi con un senso di colpa che Paolo e Vittorio Taviani, celebrati artisti internazionali, presentano il loro ultimo film: «La masseria delle allodole», un grande affresco storico e un dramma infinito, che sarà nelle sale italiane dal prossimo venerdì. Il film riscopre e propone al pubblico il tema dell'eccidio delle popolazioni armene in Turchia durante la prima Guerra Mondiale ed è tratto dall'omonimo romanzo della scrittrice italiana di origine armena Antonia Arslan. «Abbiamo scoperto di essere dei grandi ignoranti dopo aver letto il libro - ha detto Paolo Taviani - La lettura del testo della Arslan ci ha spinto a studiare il genocidio degli armeni e il film è diventato un modo per colmare il nostro senso di colpa di fronte a una tragedia tanto immane, quanto ignorata e sconosciuta ai più». Ma i due autori di «La notte di San Lorenzo» e «Tu ridi», ci tengono a precisare che quell'orrore, proprio perché piombato nell'oblio è uguale a quelli di oggi, ai quali tutti noi stiamo diventando indifferenti. «Ormai - dice allarmato Paolo Taviani - conviviamo con gli orrori. Quante volte sentiamo di tragedie, come in Ruanda, in Kosovo o in Africa. Ecco noi abbiamo voluto raccontare degli armeni per poter parlare di tante altre storie simili». I registi ci hanno tenuto, nella narrazione, a lasciare un raggio di speranza. «È un film che finisce con la parola amore - ha spiegato Vittorio - perché parla di amore e odio, il mistero che ogni uomo porta nella propria vita». La pellicola, presentata nei giorni scorsi al Festival di Berlino, ha creato preoccupazione per possibili proteste da parte dei turchi (che comunque non ci sono state) e gli autori hanno precisato che il loro film non condanna nessuno. «Noi non siamo contro i turchi - affermano i Taviani - Ci teniamo a dire che il nostro maggiore sogno sarebbe di proiettare il film nelle scuole di una Turchia finalmente aperta a fare i conti con la sua storia. Siamo convinti che tante persone capirebbero immediatamente il nostro stato d'animo e il nostro coinvolgimento. Per questo siamo tra i primi, anche se non spetta agli uomini di cinema fare politica in prima persona, ad auspicare una pronta entrata della Turchia nell'Unione Europea». Il film, raffinato e ricchissimo, grazie ai costumi di Lina Nerli Taviani, alla scenografia di Andrea Crisanti e alla fotografia di Giuseppe Lanci, dispiega un cast internazionale: la protagonista è la spagnola Paz Vega. Attorno a lei Angela Molina, Mariano Rigillo, glorioso interprete del nostro teatro: «Ho incontrato i Taviani un po' tardi - afferma - ma con ottimi risultati», e poi Tcheky Karyo, Yvonne Brulator Sciò. Nei panni di un soldato turco dal cuore tenero, ma non troppo, Alessandro Preziosi: «Mi sono sentito un burattino nelle mani di due grandi Mangiafuoco - ha detto - e questo film lo farò vedere ai miei figli». a.angeli@iltempo.it