L'incidente fuori scena

Dopo l'anatema del vescovo di Ventimiglia Alberto Maria Careggio sul testo boccacesco della canzone "Peccati di gola" di Patrizio Baù, ieri monsignor Vittorio Lupi, vicario generale della diocesi Ventimiglia-Sanremo, ha stigmatizzato con tono severo la bestemmia ascoltata in diretta nel finale della seconda serata del Festival di Sanremo. Il fatto increscioso è accaduto mercoledì notte: poco prima dell'esibizione di Elsa Lila, l'ultima cantante in gara fra i Giovani, la bestemmia sfuggita a un ignoto addetto ai lavori nel retropalco dell'Ariston è rimbalzata in tutta Italia attraverso Raiuno. «Siamo mortificati per l'accaduto - ha subito dichiarato il capostruttura Giampiero Raveggi - ma non è possibile individuare il responsabile». «Siamo molto dispiaciuti e chiediamo scusa ai telespettatori e al pubblico in teatro», ha aggiunto ieri il direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce, spiegando che «è stato un terribile inconveniente dovuto a un microfono rimasto aperto». La bestemmia non è giustificabile mai e il microfono incautamente acceso ha solo amplificato l'errore, che resta grave in assoluto. La giustificazione di Del Noce, infatti, scagiona la Rai, ma non può bastare a placare Monsignor Lupi, che avrebbe provato la stessa amarezza anche se l'offesa a Dio fosse avvenuta a microfono chiuso, rimanendo confinata nel retropalco del Festival di Sanremo: «In circosante simili anche per un uomo di Chiesa è complicato assolvere chi ha sbagliato. Questa bestemmia e le canzoni su cui si è espresso il vescovo Careggio, però, hanno una diffusione così vasta che diventano uno scandalo troppo grande per potervi porre rimedio». «Ma la bestemmia è davvero un insulto a Dio - si chiede Don Pasquale Traetta, padre spirituale del Festival da dieci anni - o è figlia dell'ignoranza di uomini che non sanno apprezzare l'abbondanza di Dio? Se l'offesa per noi umani è il raggiungimento dell'intimo di ognuno, quale uomo è così potente da raggiungere Dio nella sua essenza e poterlo offendere?». Il Codacons invita il cardinal Ruini a condannare l'episodio e annuncia che presenterà un esposto contro ignoti al Tribunale delle anime presso il Sacro concistoro vaticano per violazione del secondo comandamento.