Ricetta Usa in salsa mediterranea: il thriller è servito

Alcune legittimate da varie necessità, come quelle dell'NSA, l'agenzia americana per la Sicurezza Nazionale, altre gestite da privati o da imprese deviate per scopi, finita la Guerra Fredda, soprattutto di spionaggio industriale, e allora senza esclusione di colpi. Il cinema, specie qui in Italia, non se n'era mai occupato, lo fa così oggi un esordiente, Giacomo Martelli, con la consulenza, però di quel Duncan Campbell che, nel 98' provocò l'ormai famoso «scandalo Echelon» con un suo circostanziato rapporto al Parlamento Europeo. Tenendosi ai fatti, o almeno a certi fatti, ma ricavandone un thriller alla maniera di un certo cinema americano, immaginando una vicenda che, per metà, sembra cronaca e, per l'altra metà, tende alla fantascienza. Si comincia così con una ragazza romana, interpretata dalla nostra Maya Sansa, che, avendo trovato per caso una valigetta, al momento in cui decide di consegnarla ai carabinieri, finisce coinvolta in un'avventura fosca di spionaggio industriale che, anche se non la riguarda, la fa imprigionare e addirittura torturare per conoscere dei retroscena in cui non ha affatto parte. Ne uscirà per l'intervento di un anziano ufficiale dell'NSA, con il viso segnato di Michael Parks (già visto, con Tarantino e Rodriguez in «Kill Bill» 1 e 2) cui dovrà, dopo molte peripezie, una precaria salvezza, in seguito a una fuga addirittura sul Monte Bianco. Questa avventura, però, se fa da filo conduttore alla vicenda, è inserita, con molte tensioni e molte spiegazioni tecniche, in un tessuto narrativo in cui, a dominare, è appunto il thriller: con i misteri di quelle intercettazioni su scala mondiale, con i «cattivi» (ma anche i «buoni») che le praticano, coinvolti tutti in grovigli drammatici ad alto tasso emotivo. Forse, se non si è addetti ai lavori, non tutto è sempre molto chiaro, ma le ansie e addirittura le angosce che scaturiscono da quell'azione sempre coincitata hanno un segno giusto. Anche perché la regia di Martelli, con il sussidio di immagini spesso strette in modo affannate sui personaggi con ritmi fortemente scanditi, riesce a tener desta quasi sempre l'attenzione dello spettatore. Senza troppo deluderne le attese. Un tema insolito, perciò risolto con accenti forti e sempre accattivanti. Con la curiosità, alla fine, di saperne un po' di più su Echelon che, in tanta fantascienza, è anche una realtà.