Ghini: «Sogno di fare James Bond»

hanno presentato ieri il film "Piano 17". Una crime-story, ricca di gag e citazioni pop, nata da un progetto di professionisti del cinema con l'intento di realizzare, in modo più libero e lineare, una pellicola autofinanziata. Con Alessandro Passadore, gli attori Giampaolo Morelli, Enrico Silvestrin e Giuseppe Soleri, i due fratelli registi hanno investito 70 mila euro, senza pagare cast e troupe, oltre alle 18 mila euro per passare dal digitale alla pellicola. Il giallo, in uscita il 3 marzo distribuito da Moviemax in una trentina di copie, narra di tre persone bloccate in un ascensore con una bomba a orologeria. Sono due impiegati d'ufficio ignari (Soleri ed Elisabetta Rocchetti) e un addetto alle pulizie che è in realtà un criminale travestito (Giampaolo Morelli). La storia s'ispira a un'idea di Morelli e «dall'amicizia nata con i Manetti sul set de "L'ispettore Coliandro", serie poliziesca che sarà trasmessa in aprile su Raidue, è partito anche l'autofinanziamento per la nostra produzione», ha concluso l'attore. Più scettico sull'idea dell'autofinanziamento è invece apparso Massimo Ghini, che in "Piano 17" interpreta il boss Matteo Mancini. «È importante la ricerca di formule produttive diverse ma queste non devono diventare la regola — ha precisato Ghini —. Per poter accettare questo film, o quello sul sindacalista Guido Rossa, devo fare il cine-panettone di Natale. La mia generazione di attori è stata vincolata al ruolo di architetto in crisi o a quello di ex terrorista, ma a me è sempre piaciuto il genere giallo e spy-story. E quando, anni fa, alle Grolle d'oro, mi chiesero quale fosse la battuta che avrei voluto pronunciare, ho risposto molto semplicemente: il mio nome è Bond, James Bond».