di ANTONIO ANGELI SOY CUBA di Mikhail Kalatozov, con Sergio Corrieri, Raul Garcia, Luz Maria Collazo, Urss-Cuba 1964.

ARRIVANO nelle sale due film di eccezionale interesse storico. Il primo è «Soy Cuba», kolossal degli anni Sessanta nato per suggellare la neonata fratellanza tra comunisti russi e «barbudos» di Castro. Nel '64, per realizzare il grande affresco sulla rivoluzione degli amici cubani, i sovietici inviarono nell'isola dei Caraibi Mikhail Kalatozov, mostro sacro del cinema russo, accompagnato da una troupe eccezionale, nella quale spiccava il direttore della fotografia Sergei Urusevsky, un genio del settore. Il gruppo, coadiuvato da capaci tecnici locali e avvalendosi della sceneggiatura del grande poeta russo Yevgeny Yevtushenko, realizzò il film. Fu una catastrofe. Ai cubani non piacque, i russi lo tolsero di mezzo, probabilmente perché dalla pellicola si capiva che nella Cuba pre-rivoluzione si stava meglio che nella madre patria del socialismo reale. Il film riscoperto per l'inestimabile valore tecnico da Scorsese e Coppola, ora arriva in Italia grazie alla casa distributrice Fandango. All'avventura di questa interessante pellicola è dedicato il validissimo documentario «Soy Cuba - Il mammuth siberiano», di Vincente Ferraz. I film sono proiettati indipendentemente l'uno dall'altro in, purtroppo, poche sale.