Più di due ore in solitudine sul palco con le canzoni sul lato oscuro della vita

Quello dove ciascuno è costretto a operare scelte che non ammettono nuove chance, come quando tiri la moneta, e da un lato trovi coniata la vita e dall'altra la sconfitta. Spiega Springsteen: «Tutti questi personaggi sono alle prese con circostanze drammatiche». Sono le anime in pericolo di "Devils & Dust", che il Boss va cercando in giro per il mondo, e che stavolta vede nelle ombre davanti a lui, in questo concerto romano. Chiede silenzio, quiete, nella liturgia severa - e in qualche modo paradossale - che dovrebbe ricacciare in gola l'urlo di passione ai suoi fans, quelli abituati alla festa, alla gioiosa vibrazione del rock'n'roll, all'abbandono a una fede laica che non prevede ripensamenti. Stavolta il party somiglia a un esercizio zen, alla pratica di una disciplina che suona in minore, che non chiede follie ma pretende introspezione. Anche se per una sera sarà proprio lui a infrangere le regole, sorridendo spesso, accettando i clamori e i battimani durante l'esecuzione. Così Bruce getta all'aria la scaletta delle canzoni, rompe la routine della tournée: alla fine sarà una performance indimenticabile. Ad ogni modo, la lettura in filigrana di questi suoi show in solitario è proprio nella sottrazione della speranza - della salvezza - della musica elettrica, quella gridata, gettata in pasto al mondo, a chi ha bisogno di affidarsi a un destino collettivo più luminoso, e comunque condiviso. Ecco, staccando la spina Bruce lascia ciascuno esposto al buio del proprio spirito. Letteralmente. Da quel palco quasi in penombra, arredato con dei lampadari demodè, il piano, l'harmonium, e le chitarre che di volta in volta gli serviranno per dispensare canzoni stravolte, scarnificate, ché a guardarle in controluce ne vedi le ossa, ne intuisci la sorte. Storie che lasciano la bocca arsa dalla polvere, racconti che non dissetano, ma annichiliscono. E proprio per questo inquietanti, pervase da una sinistra magia, dal senso del tempo che è uno, uno solo, senza replay, e ti guida verso non sai bene dove, ma tanto è lì che devi andare. L'inizio e la fine del concerto sono due colonne d'Ercole buone per ogni odissea privata, tra una versione minimalista con il banjo, di I'm On Fire (ed è una prima sorpresa, ma Bruce ha voglia di sparigliare le carte e questo è il suo «omaggio a Roma e Morricone», che è in platea, dopo l'ingresso in ombra sulle note di «C'era una volta in America») che nasce come un sogno ed è già un primo fallimento; e quella Dream Baby Dream (mutuata dai Suicide) che quel sogno ripropone, ma è un'allucinazione, l'incubo frammentato di chi pretende di crederci ancora, quando tutto è perduto. E nel mezzo, personaggi che entrano ed escono dai confini del rischio, dai territori in cui ogni passo può essere l'ultimo: il marine terrorizzato di Devils & Dust, dove l'Iraq ha i contorni del Vietnam; il fuggiasco di State Trooper e il condannato a morte di Nebraska; o l'immigrato messicano di Matamoros Banks, che annega subito, nel fiume che bagna il confine con gli Stati Uniti, ma è una canzone alla rovescia, e il fantasma ha nostalgia di quello che si è lasciato indietro, è la Spoon River dei clandestini, in questa America di cui Springsteen compila le schede anagrafiche - una ad una - delle anime perdute. Senza la E Street Band due elegie rock come Empty Sky o The Rising paiono scommesse, più che delle asserzioni: come se oggi vi fosse meno fiducia che non all'indomani dell'11 settembre, in questo mondo in cui le bombe continuano a esplodere, nei campi dell'orrore e nel cuore di tutti. Quanto a The Promised Land, Bruce ne insegue la stralunata bellezza, con la chitarra battuta, percossa, strapazzata a passo lento, niente bussola in tasca né la consolazione di uno stordimento, di un'ubriacatura. In questa sorta di Via Crucis laica che il Boss ha intrapreso, Roma è una delle tappe elette («Qui gli edifici parlano, è una città che mi ispira molto»): e lui apre la cassapanca delle meraviglie, e mostra gioielli a manciate. Ecco l'epos adolescenziale di Incident on