«SEGUIRE la guerra e raccontarla è affascinante ma anche pericoloso: può indurre dipendenza».

E a un anno dalla guerra "guerreggiata" il giornalista ha deciso di raccontarci come vive una città sotto l'incubo dei bombardamenti ma non solo. «Perché - dice Judah - tra un bombardamento e l'altro non succede particamente nulla: tutt'al più si alza il volume del televisore per parlare senza paura di essere ascoltati dai servizi di informazione del regime e si diventa così fan del gruppo musicale del momento le Sugababes». Tim Judah, «Saddam e le Sugababes» Adelphi, 100 pagine, 7 euro