La satira fa ridere ma in Tv è una cosa seria

Il genere, più volte considerato in via di estinzione, sembra, invece, proliferare su emittenti pubbliche e private. Da Raidue ad Italia uno, da Raitre a Canale 5, fino a La7, si moltiplicano gli appuntamenti sulla satira, politica e di costume. Curiosamente, è proprio Raidue a mostrarsi molto attiva nella programmazione di una serie di appuntamenti comico-satirici. Sulla satira di costume sarà incentrato il nuovo appuntamento «Nessun dorma», in onda sulla seconda serata di Raidue, dal prossimo lunedì e condotto da Paola Cortellesi. Oltre a cantare, la padrona di casa si esibirà in battute e monologhi sulla Tv, sul cinema, sulla musica, sulla pubblicità, e proporrà parodie di personaggi famosi di ieri e di oggi. Il martedì la rete diretta da Antonio Marano non solo da «Libero» sfogo agli scherzi telefonici di Teo Mammucari, ma sta proponendo la presenza di «Libero light» ogni sera, per cinque minuti, alle 20,55. Ed Enrico Bertolino in «Bulldozer», sempre in onda su Raidue, non è certo tenero in quanto a battute fulminanti. Satira pungente è anche presente in «Quelli che il calcio» nel pomeriggio di Raidue. Mercoledì sera è tornato su Raitre «Bra, braccia negate all'agricoltura», 17 puntate in cui la satira coinvolge anche le prossime tornate elettorali, con delle tribune politiche in cui i candidati si azzuffano ed una pseudo giornalista del Tg1 che scoppia in lacrime ogni qualvolta legge le dichiarazioni dei politici. Risultato della puntata d'esordio: l'11% di share. Sulle stessa rete «Dove osano le aquile» propone la coppia Antonello Dose e Marco Presta in una satira mai volgare, ma a tutto campo e certo non tenera. Dall'altra parte dell'etere, «Mai dire domenica» in onda su Italia uno ogni domenica, in prima serata propone battute incisive per tutti gli schieramenti politici. Analoga la posizione del programma «Le Iene», protagonista del celeberrimo diverbio con Vittorio Sgarbi quando era sottosegretario. Da non sottovalutare la presenza sulla medesima rete delle battute di Diego Abatantuono in «Coloradò cafè». Anche «Zelig», attualmente in onda in prima serata su Canale 5 dispensa battute al vetriolo grazie ad una satira a trecentosessanta gradi in apparente assoluta autonomia. Il genere, dunque, lungi dall'estinguersi, appare addirittura in fase di crescita nella programmazione televisiva. Non ne sembra convinta Serena Dandini, una delle autrici di «Bra, braccia negate all'agricoltura» e responsabile del teatro Piccolo Jovinelli da cui va in onda il programma. «La satira è in via di estinzione e la Tv, in fase regressiva, oramai fa il verso a se stessa», afferma. Riferendosi alle polemiche che hanno colpito la messa in onda dell'unica puntata di Raiot, condotta da Sabina Guzzanti, lo scorso novembre, sulla terza rete, la Dandini continua: «Più che della censura, a volte si ha paura dell'autocensura, che è peggio. Talvolta si teme persino la propria ombra». Ma intanto «Bra» già in onda, non teme alcun rischio di censura, afferma il direttore di rete Paolo Ruffini. Che puntualizza: «La satira è viva e vegeta e su Raitre ha sempre avuto la massima visibilità». A «Zelig», tutti rivendicano la propria oasi di totale libertà espressiva. Gabriele Cirilli, uno dei comici più amati della trasmissione, autore del tormentone «voglio tornà bambino!», riflette: «La satira politica, come quella di costume, va fatta intelligentemente, nel rispetto di chi si prende di mira. "Zelig" ha bersagliato politici come Berlusconi, Fassino, Bossi, D'Alema, con argomentazioni non distanti da quelle di cui si è servita Sabrina Guzzanti in Raiot. Ma l'intelligenza, la sobrietà, la maniera con cui è stata presentata anche la singola battuta, non hanno irritato gli interessati. Fine della satira è, infatti, coinvolgere, divertendoli, gli stessi personaggi. Sono certo che il genere non finirà mai di incuriosire i telespettatori».