di MARIDA CATERINI UNA WATERLOO per viale Mazzini.

Novello Fabrizio Del Dongo, Gnocchi vagava sul palcoscenico dell'Ariston simile, giovedì sera, al campo di Waterloo, su cui Raiuno lasciava le sue speranze migliori di successo e prendeva atto della sconfitta di Tony Renis, neo Napoleone decaduto. L'evento storico del disfacimento del Festival di Sanremo, con il 29,4% di share contro il 32,3% del Grande Fratello in onda su Canale 5, rappresenta la consacrazione del trash televisivo. Il telespettatore ha avuta netta la sensazione di una serata piatta. Una serata malinconica a dispetto della gridata goliardia dell'équipe di «Quelli che il calcio» rivelatasi inadatta rispetto alla classica, rassicurante tradizione dell'evento sanremese a cui personaggi carismatici come Pippo Baudo avevano abituato il pubblico. Il festival è annualmente vissuto dai telespettatori in maniera sontuosa ma familiare, secondo lo schema spettacolare del varietà nel quale la canzone ha un ruolo portante grazie anche alla popolarità di rappresentanti della melodia made in Italy come Al Bano, Iva Zanicchi. La massima trasgressività concessa al palcoscenico dell'Ariston poteva esprimersi nell'ombelico di Anna Oxa o nell'intemperanza di un Chiambretti, moderata, però, dalla presenza di Mike Bongiorno, come è accaduto in passato. La costante presenza, sul palcoscenico dell'Ariston, della Ventura volenterosa tuttofare - che scivola sulla «rogna» o su altre paroline da coatto di periferia come il participio «sputtanato» - questa Simona lasciata troppo sola insieme con la staticità di una formula scontata e senza sorprese ha consentito alla casa del Grande Fratello di fagocitare il battaglione sanremese di Raiuno, addirittura sul medesimo piano musicale. L'esibizione, nell'appartamento dei reclusi di cantanti storicamente sanremesi come I Ricchi e Poveri e Donatella Rettore, non a caso ha fatto impennare l'audience a dieci milioni di spettatori. Il massimo dell'ascolto (11.133.000 sintonizzati su Canale 5) è stato invece registrato durante le rivelazioni di Paola, ex moglie dell'escluso Domenico. A rendere ancor più umiliante la débacle sanremese la considerazione che «Affari tuoi» di Paolo Bonolis aveva lasciato in eredità al festival il 34% di share. Il trionfo del trash in Tv ha vissuto, in passato, altri momenti esaltanti grazie alla stessa Simona Ventura che, solo quattro mesi fa, con «L'isola dei famosi» si permetteva il lusso di umiliare colossi della Tv goliardica come «Scherzi a parte». La grossolanità spettacolare e senza rispetto per i canoni estetici dei vari Pappalardo veniva contrapposta alle studiate paradossali, situazioni dei personaggi vittime di tiri mancini su Canale 5. La Tv approssimativa ha esultato anche in momenti drammatici della recente storia. Una puntata speciale di «Porta a porta» dello scorso anno, in occasione della seconda Guerra del Golfo, fu travolta dalle grossolane intemperanze fisiche dei protagonisti del Grande Fratello in onda in contemporanea. E l'appuntamento di esordio della seconda edizione del reality show, il 18 settembre del 2001, ad una settimana dalla caduta delle Tween Towers, fu visto da circa otto milioni di spettatori. E che dire di «Al posto tuo» e di «Uomini e donne» rispettivamente del pomeriggio di Raidue e Canale 5? E della «Corrida» che, con il suo trash ruspante, economico e provinciale, ammalia l'Italia nazional popolare ed umilia i "Sogni" di gloria di star come Raffaella Carrà?