Raiuno ringrazia il buonismo del detective Don Matteo

110.000spettatori, mentre la puntata del «Grande fratello» in onda su Canale 5 ne ha conquistati 8.227.000. Un testa a testa inaspettato che conferma il desiderio, da parte degli italiani, di una programmazione rassicurante ed ispirata ai buoni sentimenti. Il risultato induce ad una riflessione: deve esserci un filo rosso che lega il «Grande fratello» alla presenza dei sacerdoti in Tv. Ci si aspettava che la tanto ventilata presenza di un sacerdote all'interno della casa di Cinecittà dovesse incrementare l'ascolto del reality show. È stato invece un prete per fiction, con la faccia di Terence Hill, mandato allo sbaraglio da Raiuno contro il GF, a conquistare, sulla rete concorrente, un bottino d'audience mai raggiunto nelle tre precedenti serie, evidenziando anche la fragilità del "cast di Cinecittà" come oramai viene chiamata la squadra dei reclusi. Per la prima rete l'audience della fiction ha del miracoloso, soprattutto se si considera che «Don Matteo 4» conserva inalterata la struttura della narrazione, tutta incentrata sul prete detective al quale fa da spalla, quest'anno, oltre Nino Frassica, anche la new entry Milena Miconi. Le storie raccontate, due ogni giovedì, appaiono prevedibili, scontate, un mix tra il rosa ed il giallo, con un finale positivo ma intuibile. Ma al telespettatore è affascinato dalla finta realtà pervasa di buonismo e dominata da quei valori positivi che invece sembrano scomparire progressivamente dalla quotidianità. Se, insomma Elisa di Rivombrosa fa sognare il cuore, «Don Matteo» fa sognare l'anima. E la fiction diviene il rifugio alle insoddisfazioni del vivere quotidiano. Mar. Cat.