Per Bisiach le date sono pillole di umanità

30— è ora un libro con il racconto di trecentosessantacinque avvenimenti che hanno illustrato il mondo, in piccolo e in grande. E gli avvenimenti — dal 1 gennaio al 31 dicembre — sono colti proprio nella ricorrenza del giorno in cui accaddero, conferendo loro uno straordinario sfondo di attualità, anche grazie alla particolarissima dote di sintesi in cui l'autore di giorno in giorno si rivela maestro. «Ma nelle pagine del libro — come confessa Bisiach — «ho messo anche un po' della mia vita». Come? Non soltanto interpretando i fatti attraverso il filtro della sua sensibilità, ma, spesso, rendendoli ancor più vivi miscelandoli con i suoi ricordi personali. Anche senza filmati il racconto non perde la grinta che gli è propria. Si accavallano i secoli, e Bisiach ne è il grande dominatore. Come faccia a raccontare non soltanto un fatto particolare, ma spesso tutta una vita in un solo minuto, il segreto lo conosce soltanto lui. Forse la soluzione sta nel fatto che la data prescelta è spesso soltanto un pretesto, un punto di partenza di una più ampia e complessiva storia. Infatti il 9 marzo del 1796 Bonaparte sposa Giuseppina; ma poi si arriva fino alle seconde nozze, quelle con Maria Luisa d'Austria. Così avviene per il matrimonio di Umberto con Maria José che, celebrato l'8 gennaio del 1930, dovrà probabilmente servire nel racconto per arrivare alla considerazione secondo cui Mussolini avrà in lei «una costante avversaria». Due strani accostamenti figurano alle date del 20 gennaio 1920 e del 21 gennaio del 1793. In una nasce Federico Fellini, nell'altra viene ghigliottinato Luigi XVI. Si susseguono invenzioni (Stephenson e la locomotiva), assassinii (il mahatma Gandhi è ucciso a Delhi), guerra (quella del Golfo), bombardamenti (la distruzione di Dresda), stragi (quella di san Valentino), ma per fortuna anche nascite felici (come quella di Totò). Si leva un canto, ed è quello di Enrico Caruso, ma che non ha debutti fortunati (con «Fedora» alla Scala il sipario cala in un gelido silenzio). Quando il 27 febbraio del 1933 esplode l'incendio del Reichstag, potrete sapere che cosa Hitler pensasse della rappresentanza popolare. È presto detto: «Il Parlamento è un covo di vipere da abbattere». E le fiamme avrebbero portato alla più rapida delle soluzioni. Il 14 marzo del 1905 Einstein pubblica la teoria della relatività. E noi, a ciò che scrive Bisiach, potremmo aggiungere che Albert la spiegava così: la durata del tempo non è sempre uguale a se stessa: cinque minuti fra le braccia di una bella donna sono brevissimi, cinque minuti col sedere su un braciere acceso non finiscono mai. Gianni Bisiach «Un minuto di storia» Mondadori 370 pagine, 17 euro