Troppo patetici gli intrecci amorosi prenatalizi

di GIAN LUIGI RONDI A LONDRA cinque settimane prima di Natale. Cento personaggi, cinque storie d'amore, tutte (o quasi) a lieto fine, una conclusione alla vigilia di Natale nell'aeroporto di Heathrow dove tutti si baciano, si ritrovano, si riconciliano se ne avevano bisogno e tirano somme positive delle loro vicence sentimentali, mentre la colonna sonora fa posto a festosi cori natalizi. Ha cercato di tenere in ordine queste storie uno sceneggiatore inglese, Richard Curtis, noto ormai dovunque per le sue commedie allegre tipo «Quattro matrimoni e un funerale», «Notting hill», «Il diario di Bridget Jones», cogliendo l'occasione, dato che c'era, di esordire nella regia. Con ammiccamenti e furbizie mischiate però anche a schemi facili, per il piacere del «roseo» a tutti costi. C'è così addirittura un Primo Ministro (Hugh Grant) che si innamora a Downing Street della sua segretaria (non è però una stagista) e rimbrotta molto poco diplomaticamente il Presidente degli Stati Uniti (Billy Bob Thornton) quando gli vede metterle le mani addosso; c'è una moglie saggia (Emma Thompson) che deve far fronte a un'avventura amorosa del marito, c'è uno scrittore (Colin Firth) che si innamora della sua domestica portoghese. E poi c'è un vedovo (Liam Neeson) che dà man forte a un suo figliastro minorenne innamorato di una compagna di scuola, e ancora, e ancora. Ora sorridendo senza malizia, ora costeggiando toni sentimentali che, pur affidati a una commedia, rischiano qua e là di inciampare nel patetico. Lasciando prevedere tutto, facendo stupire poco perché l'originale e il nuovo sono quasi del tutto assenti. Comunque con una certa scioltezza di ritmi e una disinvoltura indubbia nella rappresentazione. Merito soprattutto dei molti interpreti di fama che si affacciano nelle storie.