IL REGISTA-AUTORE SENZA INGAGGIO DOPO IL NO A CHIAMBRETTI

Gianni Boncompagni (nella foto) è assente dall'autunno televisivo. Dopo le due edizioni di «Chiambretti c'è», il regista e autore è alla finestra. «Ci sono dei progetti ma per il momento niente di concreto. Se va bene a gennaio, altrimenti più in là. Non ho fretta. E soprattutto vorrei evitare la prima serata: ormai è troppo difficile. Fare un programma di varietà nuovo in prima serata non ha più senso, costa troppo e difficilmente fa grandi ascolti. In America lo hanno capito da vent'anni, qui ci arriveremo presto». Per il momento, Boncompagni guarda i colleghi. «Mi piace "L'isola dei famosi", è molto carino, credo che Adriano Pappalardo, tornato dall'isola, sarà una vera star». Per il resto, Boncompagni non si esalta per i programmi in onda: «"Scherzi a parte" mi sembra che ormai sia troppo finto, i non attori a volte recitano meglio delle vittime degli scherzi. "Domenica in"? Mah, energetica ma non riesco a vederla troppo. L'ho fatta per quattro anni, ho già espiato le mie colpe. In compenso mi pare che la Rai vada meglio dello scorso anno, specialmente Raidue. Mi spiace per Chiambretti che non ha trovato spazio, è difficile capire i meccanismi che stanno dietro a certe scelte. Comunque a me il lavoro che sta facendo il direttore generale Cattaneo non mi pare male: ha piglio e autorità, emana i suoi editti, è autoritario. Ma i risultati gli danno ragione». E la scelta di Tony Renis al Festival di Sanremo? «Renis è un simpaticone. A Los Angeles si è fatto conoscere suonando alla chitarra e così ha conquistato gli italoamericani. Poi è gentile, ha gli amici giusti, gli fa i favori, va alle feste. Ma sarà dura tirar fuori il Festival di Sanremo dal pantano perchè il guaio è uno solo: i dischi interessano ormai pochissime persone».