di LAURA DELLA PASQUA TRA MODA e finanza è feeling sempre più stretto.

Gli stilisti non sono più solo dei creativi ma hanno indossato da tempo la veste di manager e esperti finanziari. La moda con un portafoglio gonfio di liquidità, ora punta a diversificare, investendo in settori promettenti come quello bancario. L'ultima operazione di questo genere è quella di Giovanni Burani, figlio della stilista Mariella e amministratore delegato del gruppo quotato a Piazza Affari, che dopo essersi rafforzato acquistando la scorsa primavera lo 0,5% della Bipielle, ha fatto il grande passo entrando con una quota dello 0,5% in Capitalia. Per i Burani, il gruppo della banca romana non è del tutto sconosciuto dal momento che Giovanni Burani siede nel consiglio d'amministrazione di Bipop Carire, la banca nata dalle nozze tra la Banca di Roma e la vecchia Bipop-Carire poi confluite in Capitalia. L'ingresso dei Burani è un investimento ricco di prospettive. La riorganizzazione di Capitalia con la definizione del nuovo patto di sindacato offre infatti agli azionisti nuovi scenari. Quella dei Burani non è un'avventura isolata. Altri gruppi del settore della moda stanno guardando con interesse al mondo bancario. È il caso di Luxottica di Del Vecchio presente in Unicredito con una quota di quasi il 2% e di Della Valle entrato di recente con meno del 3% nella Bnl. Per il momento gli investimenti della moda nella finanza si configurano solo come operazione per impiegare la liquidità in settori ad alto profitto ma in prospettiva potrebbero diventare il trampolino di lancio per contare di più nelle strategie delle banche. «Le acquisizioni di quote bancarie da parte di imprese del settore della moda sono operazioni molto lungimiranti in quanto prendere posizioni oggi nel sistema bancario può portare ad avere un ruolo importante nel sistema finanziario nel prossimo futuro» afferma Luigi Paganetto, docente di Economia all'Università di Tor Vergata. Per l'economista si tratta di processi che rientrano nelle modifiche che sta attraversando il sistema bancario negli ultimi anni con acquisizioni e fusioni. «Il settore della moda ha grande liquidità ed è portato a diversificare in comparti ad alta redditività». «Al momento la moda non si muove con la logica delle alleanze» afferma Maurizio Rossi, responsabile dei mercati azionari italiani di Credit Suisse. «Gli imprenditori hanno i mezzi finanziari per acquisire quote di banche e queste a loro volta sono in cerca di azionisti stabili. Quindi queste operazioni non devono stupire più di tanto. La moda anche se ultimamente ha avuto qualche problema, viene comunque da un decennio di forte crescita e pertanto ha liquidità a sufficienza per lanciarsi in investimenti in altri settori».