Domani la Giornata Europea della Cultura Ebraica. Per la prima volta sinagoghe aperte a tutti

Ma è l'arte, intesa nelle sue diverse forme, la protagonista di questa nuova edizione della Giornata. Ad essa saranno dedicati incontri, rassegne e tavole rotonde. Le mostre, organizzate in ogni località, mettono in evidenza le specialità formali di un'arte che rifugge dalla raffigurazione del divino e degli esseri viventi, siano essi uomini o animali, e si esprime soprattutto negli oggetti dedicati al culto, agli arredi sacri, alla decorazione e alle altre forme legate alla ritualità e al ciclo della vita, fino alle espressioni artistiche più recenti, successive all'Illuminismo ebraico, che si arricchiscono di nuove forme. «Guardatevi bene, dato che non avete visto alcuna immagine nel giorno in cui il Signore parlò a voi in Chorev di mezzo al fuoco, dal commettere la colpa di farvi una immagine riproducente qualsiasi forma, figura maschile e femminile, figura di qualsiasi animale che è in terra, figura di qualsiasi uccello che vola nel cielo, figura di qualsiasi rettile che striscia sul terreno, figura di qualsiasi pesce che è nell'acqua al di sotto del livello terrestre" (Deut. 4 versi 15-18). Essendo vietate le raffigurazioni poiché non permesse dalla religione, la cultura ebraica si espresse soprattutto negli oggetti dedicati al culto, negli arredi sacri che adornavano la sinagoga, nella decorazione dei manoscritti e dei contratti nuziali e con altre forme comunque sempre legate alla ritualità o al ciclo della vita. Dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme, nel 70 e.v., con la conseguente diaspora, l'arte ebraica si frantumò in varie forme, e legò il suo sviluppo alla storia e ai Paesi in cui il popolo ebraico si disperse, seguendo in gran parte gli usi, le tradizioni e la cultura delle popolazioni con le quali venne in contatto. L'arte pittorica, per secoli condizionata dal divieto biblico, solo dopo l'Illuminismo ebraico trovò espressioni e forme nuove e inusitate. In campo architettonico spesso gli ebrei ripresero le caratteristiche del luogo in cui si trovavano. La sinagoga - il luogo nel quale l'ebreo prega, studia e si incontra con altri ebrei - ha assunto nel corso dei secoli forme assai diverse, pur mantenendo di base i due elementi che la caratterizzano: l'Aròn o Arca Santa, sempre rivolta ad oriente, verso Gerusalemme, e la Bimàh o pulpito dal quale il chazàn (il cantore) e li rabbino si rivolgono al pubblico. Molto dell'arte ebraica è contenuto nei musei, che raccolgono non solo oggetti d'arte, ma anche materiali e documenti sulla storia e sulla vita quotidiana delle comunità, o per lo meno quanto fortunosamente fu salvato dalle razzie subite nel corso dei secoli, ultima quella nazista. Per quanto riguarda la musica, al tempo del re Salomone i sacerdoti avevano il compito di suonare mediante il sapiente uso di strumenti e voci. Dopo la distruzione del Tempio la musica strumentale fu bandita dalle sinagoghe ad eccezione dello shofar, il corno d'ariete, ma trovò al di fuori di esse ampio spazio. Gli ebrei nel corso dei secoli eccelsero in questa arte, considerata, in particolare presso i «chassidim», un mezzo assai efficace per avvicinarsi allo spirituale, al divino.