Film corale sulle misere preoccupazioni della borghesia francese

La piccola borghesia francese, in un quartiere parigino molto modesto, al n. 29 di Rue des Oursins. L'occasione per incontrarne vari rappresentanti, taluni di segno opposto, è data da una riunione di condominio, nel bar-ristorante di un vecchio immobile fatiscente, privo di ascensore, con le tubature così deteriorate che l'acqua e persino gli scarichi dei servizi igienici stanno infiltrandosi nelle pareti, mentre i condotti del gas, logorati dagli anni, tengono sempre tutti con il fiato sospeso, specie quelli in un appartamento di una vecchia signora che più volte hanno già chiesto di essere riparati. Questi problemi, naturalmente, affiorano alla riunione, alcuni, i più urgenti, anche se non sono stati messi all'ordine del giorno, e non tardano a rivelare in ognuno dei presenti, salvo qualche rara eccezione, egoismi, grettezze, insofferenze nei confronti reciproci, con qualche scivolato nel razzismo se un appartamento è stato dato in affitto da un condomino a un giovanotto di colore. Mentre, sulla scia di tutti questi difetti, o solo allusi o scopertamente dichiarati tramite gli atteggiamenti ed i dialoghi, la regia di Rémi Waterhouse, noto nel cinema francese sia come attore sia come sceneggiatore, coglie lo spunto per esplorare, pur partendo sempre da quella riunione, le vite private dei singoli, confermandovi quelle piccole meschinità che il dibattito fra loro aveva lasciato trasparire. Qui, così, c'è Patrick che, sempre chiuso in sé stesso e musone, vistosi bocciare dall'assemblea un suo progetto, si sforza di rendersi simpatico a tutti, nei modi però più maldestri. E c'è Vincent che ha deciso di vendere il suo appartamento e non guarda in faccia nessuno pur di raggiungere il suo scopo, neanche quando sembra innamorarsi di lui Julie, la sola lì in mezzo che abbia una fisionomia positiva. I casi si intrecciano, le discussioni si moltiplicano, ora rozze, ora aggressive, ora caustiche, la commedia prevale anche quando, con tenui spunti fra il drammatico e il patetico, l'amarezza e la malinconia si fanno avanti. Al centro, uno stuolo di attori notissimi, da Jean-Pierre Darroussin che è Patrick, a Irène Jacob che è Julie. Tutti sempre intenti a recitare nel coro.