Arbore: Sanremo si salva con i vecchi leoni

Nella speranza di una svolta, viale Mazzini fa circolare, in questi giorni, probabili nomi candidati alla successione di Baudo. Due giorni fa i riflettori si sono accesi su Claudio Cecchetto, che ha già esordito lo scorso anno al timone del non fortunato programma «Destinazione Sanremo». Molti i «ni» sul suo nome. Valzania, direttore di Raidue, lo ritiene bravo per la radio, inadatto alla tv. E i discografici della Fimi glissano, ritenendo prematuro il nome di Cecchetto per dirigere il Festival nell'occhio del ciclone. C'è invece un personaggio che da circa venti anni è corteggiatissimo dai vertici di Raiuno i quali, puntualmente, in prossimità di ogni edizione del festival, gli propongono di assumerne la direzione artistica. Si tratta di Renzo Arbore. Il notissimo show man ci spiega i motivi del suo perenne rifiuto ed esprime le proprie opinioni sul futuro del festival. Arbore, il suo nome potrebbe contribuire a restituire prestigio al festival. Quale spiegazione ha il suo perenne diniego? «È vero, da venti anni mi propongono di diventare direttore artistico del festival. Ma si tratta di un ruolo poco consono alla mia personalità, non congeniale alle mie aspirazioni artistiche». Si è fatto il nome di Cecchetto. Qual è il suo parere? «Nessuna preclusione su Cecchetto, grande professionista, vicino al mondo dei giovani. Ma il rilancio del festival di Sanremo passa attraverso i grandi nomi che ne hanno determinato i successi del passato, grazie alla propria esperienza. E penso in particolare a Pippo Baudo, Adriano Aragozzini e Mario Maffucci, che avrebbero tutte le carte in regola per assumerne la direzione ed hanno dimostrato di espletare l'incarico con professionalità congiunta a passione. Il festival di Sanremo costituisce un vero banco di prova sul quale ci si gioca l'immagine. È il super-show di viale Mazzini. Non si può rischiare. Si deve invece puntare su certezze acquisite». Risponderà dunque picche alla corte che continua a farle mamma Rai? «Riconosco di essere particolarmente corteggiato dai vertici di viale Mazzini, ma tra il dire ed il fare ci sono di mezzo il jazz, genere al quale sono particolarmente legato, e la mia attività di musicista intensissima in questo periodo. Sto infatti lavorando alla realizzazione di due nuovi Cd che usciranno sul mercato nazionale ed internazionale alla fine del prossimo autunno. Si tratta di due proposte nuove, assolutamente sorprendenti per il mio pubblico e destinate a coinvolgere in maniera massiccia il target giovanile». A proposito di giovani, qual è la sua impressione sul programma "Speciale per voi trent'anni dopo", riproposto da Ambra Angiolini su Raidue? «Lentamente la trasmissione sta ricalcando in chiave moderna gli schemi del passato. Ma soprattutto rappresenta per le nuove generazioni la possibilità di dialogare in Tv su argomenti come la musica, l'arte, le tematiche dell'esistenza espresse non solo attraverso il mondo delle sette note. In un universo nel quale i reality show risucchiano i giovani nella propria orbita con l'effimera speranza di notorietà, si tratta di un traguardo non indifferente».