di GIAN LUIGI RONDI POLLOCK, di e con Ed Harris, e con Marcia Gay Harden, Amy Madigan, ...

Ebbe una vita difficile, come uomo e come artista, e arrivato finalmente alla fama, anzi alla gloria, vittima dell'alcool, negli ultimi anni, si vide abbandonato da tutti, persino dalla moglie, anche lei pittrice, che gli aveva sacrificato la sua arte, e morì in un incidente d'auto provocato da un suo stato quasi perenne di ubriachezza. Adesso, esordendo nella regia, l'attore Ed Harris gli dedica il film di oggi, ripreso da una biografia scritta da Steven Naifeh e Gregory White Smith e sceneggiata per lui da Susan J. Emshwiller. Da un punto di vista narrativo c'è tutto quello che serve per restituirci il personaggio; l'epoca attorno, la gente che lo ha amato o che lo ha odiato, i suoi rapporti familiari spesso aggressivi, la sua lotta per imporsi alla critica all'inizio molto perplessa e, soprattutto, le sue ricerche lungo il cammino dell'arte, specie quando, volendo rivedere tutto e innovare, cominciò a dipingere facendo sgocciolare le vernici dal pennello sulla tela (il «dribbling», come venne definito). Questo contorno, e anche le molte dissertazioni per informare i non addetti sulle motivazioni e sugli approdi di quell'arte, sono spesso un po' ripetitivi, pur sostenuti da tecniche sicure (le scenografie, la fotografia, i costumi). Si impone, invece, e allora in modo solido, la presenza sempre al centro di quel singolare carattere cui Ed Harris, come attore, presta tutti i crismi necessari, esplorandone fino in fondo la psicologia tormentata e spesso addirittura stravolta. Il film è lui: sono i suoi furori, il suo alcolismo, la sua sfrenata passione per un'arte che lo induceva per raggiungerne il vertice, a passare sopra a tutto, famiglia, affetti, rapporti sociali, interessi. Con un realismo così diretto da far spesso coincidere il personaggio ricreato con l'interprete che lo ricrea. Arrivando alla verità anche con strazio. Non va dimenticata, però, al suo fianco, l'intensissima Marcia Gay Harden nella figura complessa della pittrice Lee Krasner, la moglie pronta, agli inizi, a rinunciare anche a sé stessa.