Autori under trenta, assalto alla narrativa

Un boom di giovani scrittori in uno sfogo di pubblicazioni, concorsi, festival, session di scrittura creativa. Da «Scritture giovani» ai Festivaletteratura di tutta Italia e ai premi come il «Giuseppe Berto» e lo Strega, che quest'anno vede in gara Antonio Pascale, presentato da La Capria e Segre, con «La manutenzione degli affetti» e Leonardo Pica Ciamarra, presentato da Durante e Starnone, con «Ad avere occhi per vedere»; dal «Guardian hay festival» del Galles all'«Internationales Litteraturfestival» di Berlino: tutto è finalizzato alla promozione e alla scoperta di giovani talenti. Le storie riportano ad abbandoni, fallimenti esistenziali, delitti. Grande successo ha il filone noir. Marco Mancassola, classe 1973, Davide Longo, classe 1971, o Antonio Pascale, o Diego De Silva, i preferiti dal vincitore del Premio Strega 2001, Domenico Starnone, sino a Giulio Mozzi, Dario Voltolini, Luigi Anania: sono solo alcuni degli autori italiani emergenti. Ancora più giovane Nicola Lecca. Aveva 23 anni quando Marsilio gli pubblicò il primo libro, «Concerti senza orchestra». Successo bruciante, finalista allo «Strega» e poi Premio Basilicata. Recente l'uscita del secondo libro dell'autore sardo, che ora di anni ne ha 27: una raccolta di racconti, «Ho visto tutto», con la quale Lecca scava nell'animo umano, specie degli adolescenti, con scrittura tanto scarna quanto efficace. All'estero cominciano ancora prima e non mancano i veri e proprio casi letterari. Leif Enger, con «La pace come un fiume», Jonathan Safran Foer con «Ogni cosa è illuminata», storie di viaggi all'interno della sfera familiare frammiste a ricerche d'amore e pulsioni sessuali incontrollabili, sino a Ingo Nierman, Rajeev Balasubramayam e Rachel Trazise. Il caso più singolare, senza dimenticare l'eccentrica star che divide la critica americana, Dave Eggers, definito come il nuovo Jack Kerouac, è quello di Anselm Audley. Con «Heresy», opera prima, ha ricevuto a 17 anni un anticipo di 50mila sterline dalla prestigiosa editrice Simon & Schuster. «È il migliore giovane autore di fantascienza che ho incontrato in tredici anni di lavoro editoriale, un maestro nella definizione dei personaggi sia anziani che giovani», ha spiegato John Jarrol, direttore della collana di fantascienza di Simon & Schuster. Paragonato a Tolkien, il ragazzo richiama alla mente un altro giovanissimo fenomeno, il diciannovenne Richard Mason, che nel 1999 ha pubblicato, ottenendo grande successo, «Drowning People». Anche il talento di Adam Haslett ha riscosso consensi con «Il principio del dolore», definito dallo stesso Eggers, «l'opera struggente di un formidabile genio». In Italia spicca il talento di Federica Seneghini, classe 1981, vincitrice del premio «Iceberg 2002» con «Il centro della verità». Ma la situazione sembra diversa rispetto all'estero. Starnone ha ricordato: «Oggi c'è un'ondata di giovani che producono libri seducenti; io vedo in Francesco Piccolo un'enorme potenzialità ma bisogna vedere come si farà. Questo è il privilegio e la tragedia di essere giovani. Privilegio perchè hai davanti molti anni per lavorare e tragedia perché dovrai essere sempre più convincente. In ogni caso, credo che ci sia una grande ripresa della letteratura italiana di cui però gli italiani non si accorgono visto che non leggono». Alex Kava, giovane regina americana del thriller, in questi giorni a Roma per la presentazione del suo ultimo «La perfezione del male», riguardo l'interesse giovanile verso le tematiche dell'oscuro, spiega: «Verso i delitti c'è una vera e propria fascinazione. Tramite i media siamo sempre più a conoscenza di come il bene e il male siano presenti in ogni individuo. Ciò fa sì che molti giovani scrittori ricerchino l'effetto nel tentativo di esorcizzare angosce e paure». La maggior parte delle case editrici interpellate sul fenomeno glissa il discorso nemmeno si parlasse di mafia. L'unica ad avere un'opinione, grazie al cielo, è Paola Pravadelli, responsabile marketing della Harlequin Monda