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UN GRANDE direttore d'orchestra, un giornalista-conduttore tv, politici, rappresentanti del Governo.

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Il concerto per la Pace nel primo ateneo romano si è trasformato nella prima mezz'ora in un happening. Il regista? Corrado Augias, cui toccava di introdurre il maestro Muti e che invece ha traccheggiato con gli studenti, ha tirato per la giacca il rettore D'Ascenzo, ha sollecitato le dichiarazioni del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, del vicepresidente del Senato Fisichella, del vicepresidente della Camera Publio Fiori, del senatore a vita Andreotti, tutti seduti in prima fila. In un crescendo di tensione che si è tradotto in crescendo d'audience. Certo, la serata «ingessata» dentro l'Aula Magna, quel concerto per i 700 anni dell'Università che teneva fuori gli studenti, ha avuto così un guizzo che l'ha legata all'attualità. Che il grande occhio della tv ha intelligentemente registrato. E alla quale messaggio di Muti - «Suono musica di dolore, non di festa» - ha saputo dare il vero senso. (L. L.)

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