L'ungherese a tutti gli effetti scrittore italiano

Per molti anni, dopo l'esodo dall'Ungheria comunista, ha svolto il lavoro di regista radiofonico, e in questo suo lavoro ha finito per acquisire quella conoscenze che, una volta lucidamente elaborate, gli hanno permesso di lavorare in proprio sul difficile terreno della creatività, drammaturgica e letteraria. È autore di testi teatrali: Esecuzione (1965), Missione compiuta (1973), Eroe di scena, fantasma d'amore(1986), ed ha esordito invece nella narrativa con i racconti Storie dell'ottavo distretto sempre nel 1986, cui ha fatto seguito un romanzo che ha saputo mettere a frutto le esperienze novellistiche come quelle teatrali, L'elefante verde (1988), scritto in collaborazione con il fratello Nicola, scomparso nel 1985. Si è poi di nuovo dedicato al narrare con Gli spazi bianchi (1989), Il sussurro della grande voce (1990), La coscienza sensibile (1992), Denti e spie (1994) I due gemelli (1996), storie minime di un vitale quotidiano sempre intriso di tragicità. Con La neve e la colpa del 1998 ha vinto il Premio Viareggio, e con il lavoro teatrale La partita, il Premio Pirandello. È stato per molti anni un attivo direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Budapest. È interessante notare in quale misura l'assunsione della nostra lingua, dopo una educazione espressiva nella patria ungherese, abbia prodotto nella sua prosa la singolarità di una positiva immediatezza che coinvolge e prende il lettore nel novero di un nuovo, diverso confronto. w. m.