La Guardia di Finanza alla caccia di ladri d'arte

Da venerdì sarà presentata al Vittoriano di Roma la prima grande mostra incentrata sull'attività di recupero e tutela del patrimonio artistico italiano appunto svolta dalla Guardia di Finanza. Sotto il titolo di «Arte ritrovata» saranno esposte settanta fra pale, icone russe, dipinti, monete e reperti archeologici (nella foto una delle opere). Ne parliamo con il Generale di Brigata Fabio Morera, comandante del Nucleo Speciale Servizi Extratributari che a sua volta dipende dal generale B. Vincenzo Basso, alla guida del Comando Unità Speciali. Generale Morera come è organizzata la vostra struttura specializzata nel settore archeologico e storico-artistico? «Il nostro settore specifico si chiama Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico e dipende dal Nucleo Speciale Servizi Extratributari. È composto da circa cinquanta persone che svolgono attività di polizia giudiziaria e di coordinamento dei reparti territoriali». Fate anche degli interventi di recupero a livello internazionale? «Certamente. Recentemente abbiamo sgominato in Svizzera due organizzazioni italiane radicate in quel paese. Abbiamo colto sul fatto un restauratore romano che lavorava su reperti rubati». E nel corso degli anni quali sono stati i vostri interventi più numerosi? «Probabilmente quelli contro i cosiddetti tombaroli che vogliono saccheggiare le tombe etrusche. A Tarquinia ne abbiamo colti molti in flagrante, con inseguimenti avventurosi». Può segnalarci qualche opera da voi recuperata che sia particolarmente significativa e che sarà esposta nella mostra romana? «Senza dubbio il Sarcofago di Endimione, di età romana, ora conservato nel Museo di Palestrina. Fu trafugato durante alcuni scavi ed interrato in una proprietà privata situata nella zona romana tra la Tiburtina e la Prenestina. Non fu facile ritrovarlo. E poi vorrei segnalare un 'opera del Guercino, la "Santa Margherita in atto di ammansire il drago", recuperata nel 1976 dopo il furto avvenuto nella Chiesa di San Pietro in Vincoli, a Roma».