Baudo: «Eliminò l'enfasi tenorile» Cordoglio di Ciampi

L'unico ad aver sganciato la canzone partenopea dalla tradizione tenorile nella quale era stata in precedenza relegata. Proprio per questo motivo lo scorso anno, all'interno dell'edizione del Festival di Sanremo 2002, gli consegnammo il premio alla carriera, riconoscimento che lo consacrò interprete "italiano" a tutti gli effetti». Così Pippo Baudo (foto) ricorda Roberto Murolo. Ma il ricordo del direttore artistico del festival si spinge ancora più indietro negli anni. «Era il 1993 ed io, al timone della gara canora, ebbi il piacere di tenere a battesimo sul palcoscenico dell'Ariston l'ottantenne Roberto Murolo che propose, riscuotendo molta simpatia, la canzone "L'Italia è bella" e strappò al collega Renato Carosone, il primato di più anziano debuttante e partecipante alla gara. Era schivo, ma l'unico interprete napoletano del quale si capivano le parole delle canzoni». Innumerevoli i messaggi e le testimonianze di cordoglio. Il presidente della Repubblica, Ciampi, lo ha definito «uno degli esponenti più prestigiosi della musica d'arte napoletana. Il fascino e la magia della sua musica e della sua voce ci hanno regalato emozioni profonde». «Lascia un vuoto nella cultura popolare italiana», il rammarico del ministro delle Comunicazioni, Gasparri. Si inchinano a Murolo tutti gli interpreti napoletani, da Ranieri a Gragnaniello, da Nino D'Angelo a Peppino di Capri, a Edoardo Bennato, che lo ha definito «una specie di santone» per il suo fascino. Infine Sergio Bruni, 81 anni, altro inteprete classico della canzone napoletana: «Era il mio miglior amico-nemico. Dopo tanti anni di rivalità artistica recentemente ci eravamo riappacificati». M. C.