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Idrossiclorochina per migliaia di italiani. Un milione e 200 mila dosi in arrivo

Grazia Maria Coletti

Nella trincea italiana anti-Covid stanno per arrivare un milione e 200 mila dosi di idrossiclorochina regalate da Novartis per curare migliaia di malati positivi al Sars-Cov-2. Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) ha dato l’ok e l’azienda potrà consegnare alle Regioni il vecchio medicinale antimalarico, che si sta rivelando utile per bloccare le complicanze infiammatorie della super polmonite. Le potenzialità sono ancora da sperimentare con vari studi in corso. Eppure il nome difficile dell’idrossiclorochina è entrato nell’immaginario collettivo, che ne coltiva grandi attese, ed il farmaco è già andato a ruba in farmacia. «Ma attenzione - avverte il country president di Novartis, Pasquale Frega, 50 anni - le molecole nemiche del coronavirus non sono un fai-da-te, vanno somministrate da personale medico in un contesto controllato». Dottor Frega, quando inizierà la distribuzione che fa parte di una più grande donazione di 130 milioni di dosi donate? «Inizierà in questi giorni: Aifa ci ha comunicato le quantità del lotto da distribuire in base alle percentuali dei malati positivi. Nel Lazio andranno 42mila dosi in rapporto al 3,4 per cento dei casi. La Lombardia ne ha il 32 per cento, il Piemonte lo10,5, l’Emilia Romagna il 14,3 per cento, nelle Marche il 4,3. Per fare un paragone, la scorsa settimana questa regione aveva 3.456 positivi al Covid, il Lazio solo 2.758». Come si sceglieranno i pazienti da curare? «Aifa ha autorizzato il farmaco tre settimane fa per l’utilizzo sia in ospedale che a domicilio. Dopodiché saranno le Regioni e i medici prescrittori che decideranno come utilizzarlo e su quali pazienti. In questa fase in cui non ci sono ancora rispostedefinitive da studi clinici registrativi è il medico che si assume la responsabilità di utilizzare un farmaco che è ancora sperimentale. Come andrà, lo sapremo fra mesi. Quello che posso dire è che in questa fase il farmaco è destinato ai pazienti in fase iniziale della malattia. Perché evita le complicanze». In farmacia nei giorni scorsi è già andato a ruba... «L’idrossiclorochina è utilizzato per la malaria e per alcune patologie reumatiche gravi ma non è un antibiotico, non è di facile utilizzo, e va preso sotto la supervisione del medico specialista, non si può pensare di farselo prescrivere dal medico di base». Ma chi potrà utilizzarlo? «I pazienti transitati in ospedale dove si sta curando il Covid,e quindi è lì che ci sarà la decisione terapeutica». Come funziona? «Blocca la replicazione virale, o perlomeno la rallenta molto, come bene ha spiegato il professore Viale». Ci sono altre armi nella trincea italiana anti-Covid? «Per aiutare la comunità nazionale, abbiamo altri due farmaci autorizzati da Aifa per cessione gratuita: sono Ruxolitinib e il Canakinumab, si tratta di immunomodulatori già usati per tumori ematologici e malattie autoimmuni, che sono destinati a pazienti in stadio più avanzato, quello incui l’infezione ha scatenato una rezione del sistema immunitario che "attacca" l’organismo in una reazione scomposta per distruggere il nemico». Ci saranno altre donazioni? «Un milione di euro alla Campania, una donazione alla Regione Lombardia è in corso di finalizzazione. Un capitolo è dedicato alla consegna a domicilio di farmaci, soprattutto per i pazienti oncologici, ma non solo, e poi per la fase post emergenza, va sottolineata l’importanza di rimettere la scienza e l’innovazione al centro dell’interesse dei cittadini e soprattutto delle giovani generazioni: sogniamo un mondo che sia assente dai no-vax. O perlomeno in cui non saranno più ascoltati». Novartis è impegnata anche per la ricerca di un vaccino? «Sì, stiamo lavorando con la fondazione di Bill Gates per accelerare la ricerca sullo sviluppo di un vaccino».