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Coronavirus, la speranza è nel numero dei guariti: 1.590 in 24 ore. In Italia 101.739 casi

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Medici e infermieri di Bergamo, Brescia e Roma intervistati dall'Associated Press  (LaPresse)

Il bollettino della Protezione civile: anche oggi 812 vittime

Davide Di Santo
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La speranza è nel numero dei guariti nelle ultime 24 ore: 1.590 in più rispetto a ieri, per un totale di 14620, dato che rappresenta un primato in questa guerra al coronavirus. Nel bollettino della Protezione civile di oggi, lunedì 30 marzo, cresce però  anche il numero dei morti: 11.591, con altri 812 decessi nelle ultime 24 ore. I dati sono stati forniti da Angelo Borrelli, capo dipartimento della Protezione Civile e commissario per l'emerghenza. Crescono in maniera minore i casi attualmente positivi, che raggiungono un totale di 75.528 (+1.648, ieri i contagiati erano aumentati di 3.815): si trovano in isolamento domiciliare 43.752 persone, mentre 27.795 sono ricoverate con sintomi e 3.981 (+75) in terapia intensiva. Per approfondire leggi anche: Coronavirus, nel Lazio frenano i nuovi contagi Intanto l'Italia ha superato i 100mila casi totali, arrivando a 101.739 contagiati dall'inizio dell'emergenza. Sono complessivamente 75.528 oggi i malati di coronavirus in Italia, con un incremento rispetto a ieri di 1.648. Domenica l'incremento era stato di 3.815, più del doppio.  "Dal 20 di marzo a oggi siamo passati da 42mila positivi a 75mila ma quello che è interessante è la percentuale di incremento. Noi siamo passati da un incremento dell'11% rispetto al giorno precedente a quello di oggi del 2% rispetto a ieri. E' un continuo calare di questa cifra. Questi per noi sono dati statistici che ci confortano nel dire che le misure che sono state adottate sono corrette, che dobbiamo continuare a adottarle e più saremo bravi nel mantenerle più questi numeri caleranno il prima possibile", ha spiegato Borrelli nel corso del punto stampa quotidiano. "Quindi ci auguriamo che tutti possano continuare con rinnovato impegno a rispettare le misure ed è per questo che facciamo continuamente appelli ai corretti comportamenti, altrimenti riparte la diffusione del contagio", ha aggiunto. "Stiamo assistendo a dati che, con la sola eccezione dei pazienti deceduti per i quali abbiamo detto che abbiamo bisogno di un intervallo più lungo, vanno nella stessa direzione presa negli ultimi giorni. Continua il calo del numero dei soggetti positivi e quello di coloro che sono ricoverati in terapia intensiva non è più così marcato come a inizio settimana", ha evidenziato Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) e direttore del Dipartimento di Onco-Ematologia e Terapia Cellulare e Genica dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, parlando durante la conferenza stampa alla Protezione Civile. Anche in Lombardia, "nelle aree di Lodi e Bergamo, si è ridotto il numero di soccorsi richiesti per i casi gravi, arrivando alla metà rispetto" ai dati dell'inizio di marzo. Riguardo l'ipotesi che il picco possa essere raggiunto tra 7-10 giorni, Locatelli ha affermato: "Non è facile fare previsioni sul picco, ci sono varie ipotesi. Io preferisco valorizzare il rallentamento nella crescita degli infetti e della pressione sui pronto soccorso". "Siamo categorici sul fatto che sulle misure anti Coronavirus non ci debba essere alcun abbassamento della guardia". ha detto Borrelli ripetendo quello che le autorità dicono da giorni: "Per sconfiggere il virus dobbiamo stare a casa. Dobbiamo fare ancora sacrifici ma solo così usciremo da questa crisi".

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