Coronavirus in Italia: 97.689 casi positivi, altri 756 morti. Scontro Lombardia-Governo
I dati della Protezione civile. Solo in Lombardia 416 nuove vittime
Ancora una giornata con numeri elevati di contagi e decessi legati al coronavirus in Lombardia, che conta anche oggi 416 vittime e 1.592 nuovi casi positivi, portando il totale a un triste bilancio di 6.360 morti e 41.007 persone che hanno contratto il Covid-19. I ricoverati sono 11.613, 461 in più di sabato. Un dato che si potrebbe prendere come positivo per quanto riguarda la terapia intensiva: ci sono 1.328 pazienti, solo 9 più di sabato. È l'incremento più basso dall'inizio dell'emergenza. I dimessi sono 9.255, 293 in più. Nel riferire i dati, l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, ha sottolineato: "Da qui ai prossimi mesi dobbiamo immaginare un modo di vivere diverso. Dovremo andare sempre in giro con le mascherine e probabilmente, come accade in Cina, anche scaglionare la nostra vita sociale. La curva dei contagi non scenderà tutta insieme". Sullo sfondo dei numeri, si è riacceso lo scontro politico tra Regione e Governo e anche tra il presidente Fontana e il sindaco di Milano, Beppe Sala. In mattinata il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, ha affermato: "Se l'autonomia è sussidiarietà è un conto, se l'autonomia è fare da soli perché si pensa di fare meglio la risposta è 'no perché crolli'. Nessuna Regione ce l'avrebbe fatta da sola, sarebbero crollate tutte". Una frase che non è andata giù ai vertici regionali, che hanno replicato a stretto giro. "Invito il ministro a fare il ragionamento inverso. Quale sarebbe la situazione nel Paese se le Regioni non avessero fatto fronte all'emergenza anche nella fase della sottovalutazione del rischio che ha attanagliato il Governo per giorni e giorni?". E l'assessore al Bilancio, Davide Caparini, ha rincarato la dose: "La Lombardia sta uscendo dalla crisi malgrado questo Governo incapace di gestire l'ordinarietà, figuriamoci l'emergenza. Se stiamo contando i nostri morti è anche a causa di un Governo che non ha istituito le zone rosse quando e dove gliele abbiamo chieste". Lo stesso Gallera ha detto che "il Governo si è sempre mosso perché c'era una Regione che lo incalzava, che chiedeva misure rigide". Boccia ha poi provato a gettare acqua sul fuoco: "Dire che in questa fase di emergenza Covid-19 nessuno ce la fa da solo non è una critica alle Regioni ma è semplice realismo. Lo ribadisco, nessuno ce la fa da solo. Nemmeno noi. Siamo a Verona con gli operatori sanitari albanesi che da stasera saranno in corsia a Brescia. E gli diciamo grazie. Con le Regioni lavoriamo gomito a gomito e se siamo qui anche oggi è per aiutare chi ne ha più bisogno". Il ministro ha fatto riferimento all'arrivo all'aeroporto di Verona di 30 operatori sanitari dall'Albania che saranno destinati a Brescia, 10 medici e 20 infermieri. "Grazie - ha detto Fontana ricevendoli - per l'aiuto concreto in un momento molto complicato per la Lombardia". Un altro fronte caldo è quello del Comune di Milano. A Fontana non sono piaciute le parole del sindaco, Beppe Sala, che ha detto che la Regione "ha fatto una scelta diversa da quella di Veneto ed Emilia Romagna e ha privilegiato le grandi strutture ospedaliere, si è persa la capacità di tenuta sul territorio del tessuto socio sanitario. Io evito con attenzione qualunque tipo di discussione con il mio collega Attilio Fontana e ci mancherebbe altro, la gente adesso non ce lo perdonerebbe. Ma parlate con i medici di base e sentite quello che dicono, i consultori non ci sono più". Anche qui la replica del governatore non si è fatta attendere: "Se non è il momento di alzare i toni - ha detto - evitiamo di farlo. Lanciare il sasso e togliere la mano non è mai bello. Per evitare le polemiche, basta non innescarle ogni mattina. Nel merito, gli rammento che i consultori si occupano di tutt'altro e non certo di coronavirus".