il caso

Minorenne ucciso a Napoli, carabiniere indagato per omicidio volontario

Carlo Antini

Indagato per omicidio volontario il carabiniere che a Napoli ha ucciso il 15enne Ugo Russo sparandogli dopo un tentativo di rapina. «Sono dispiaciuto per la morte del ragazzo ma sereno e fiducioso nella giustizia». Così all’Adnkronos, attraverso l’avvocato Enrico Capone, il carabiniere che la notte tra sabato e domenica scorsi ha ucciso Ugo Russo, il 15enne che aveva tentato di rubargli l’orologio puntandogli alla tempia la replica di una pistola. «Si è comportato - sottolinea il suo legale - in maniera impeccabile dal punto di vista professionale. Attendiamo ora gli sviluppi».  Per approfondire leggi anche: Tenta di rapinare un carabiniere Solidarietà al carabiniere viene espressa dal leader della Lega. Matteo Salvini. «Indagato per "omicidio volontario" il Carabiniere aggredito a Napoli da un ragazzo che aveva già rubato un Rolex e una catenina. Con tutto il rispetto per la giovane vittima, perché la morte è sempre un dramma, io sto col carabiniere». «L’iscrizione nel registro degli indagati del giovane carabiniere è un atto dovuto, ma cambi la legge. Servono garanzie professionali e tutela legale per tutti gli operatori delle forze dell’ordine». Così, in una nota, Stefano Paoloni, segretario generale del Sindacato Autonomo di Polizia in relazione a quanto accaduto nel quartiere Santa Lucia, a Napoli, la notte scorsa. «La morte di un ragazzo è sempre una tragedia in qualsiasi modo avvenga - spiega - Per quanto l’iscrizione nel registro degli indagati sia sempre un atto a tutela di colui che è sottoposto alle indagini, la triste realtà di questo collega è che da oggi dovrà sostenere tutti i costi per affrontare i diversi gradi di giudizio e le eventuali perizie che vorrà produrre a sua difesa». «Sottolineo che da quello che si apprende dai media - continua Paoloni - pare che il giovane carabiniere abbia fatto uso della propria arma in circostanze in cui, come da manuale, sono riconosciute le cosiddette scriminanti, ma a fronte di tutto ciò, è stato comunque iscritto nel registro degli indagati per eccesso colposo. Atto che a livello economico comporta, nella maggior parte dei casi, veri e propri drammi economici-finanziari che destabilizzano intere famiglie, purtroppo rovinandole tra spese legali e peritali rimborsate in caso di archiviazione solo al termine del procedimento penale. Serve un intervento legislativo che tuteli adeguatamente gli operatori delle forze dell’ordine quando chiamati ad intervenire nel contrasto alla criminalità». «Tra l’altro, nella maggior parte dei casi - conclude il leader del Sap - al termine di lunghissimi iter processuali, i colleghi vengono poi scagionati, come nel caso accaduto a un poliziotto a Tivoli nel 2017. E nel caso di Napoli, gli elementi scriminanti sembrano essere ancora più consistenti, visto che la persona offesa dal reato di rapina è proprio il carabiniere che è intervenuto».