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"Sono un'immunodepressa. Amici italiani, basta con lamentele e polemiche... vi chiedo un po' di senso civico"

Ecco l'appello di una ragazza affetta da leucemia che rischia la vita

Valeria Di Corrado
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«Ciao, sono un'immunodepressa durante la prima epidemia del mondo contemporaneo. Sì, appartengo proprio a quella categoria di "persone a rischio" che vedete citate negli articoli di questi giorni». Inizia così il post pubblicato sul suo profilo Facebook da una ragazza affetta da leucemia che, oltre a dover lottare contro questa grave malattia (che colpisce bambini, giovani e anziani), ora si ritrova un altro nemico invisibile da fronteggiare: il coronavirus. Non lo ha contratto, ma se qualcuno dovesse contagiarla per lei sarebbe quasi impossibile salvarsi. Quello che Elena affida al social network è un appello al buon senso degli italiani e al loro senso civico, virtù di cui spesso siamo carenti. Ma è anche una richiesta di collaborazione, per evitare che il contagio si diffonda a macchia d'olio arrivando a colpire proprio i soggetti più fragili: le persone malate, di qualsiasi età siano. «So che avete paura, ma state tranquilli: è ormai chiaro che il coronavirus non farà niente a voi che state bene, mentre potrebbe fare molto male a quelli che, come me, hanno le difese immunitarie sotto ai piedi a causa di chemioterapie o simili. Scrivo perché sono un po' sconvolta da quello che vedo succedere in Italia, un Paese che ho lasciato tante volte ma dove poi sono tornata per vivere "per sempre", un "per sempre" che ha assunto un significato diverso da quando, 2 anni fa, ho avuto la diagnosi di leucemia. Amici italiani, vi prego, basta con le lamentele e le polemiche... basta con le razzie di disinfettanti e mascherine "a caso"... le farmacie rispondono anche a chi, come me, ne ha davvero bisogno, che "non se ne trovano più": ma vi sembra il caso di farsi compatire così? Chiedo a tutti voi un po' più di senso civico, e di buona volontà, per far sì che le cose migliorino nei prossimi giorni. Se dovete rinunciare a qualcuna delle vostre abitudini per contenere la diffusione del virus, non fatene una tragedia. Io, e tutti gli altri membri del gruppo "persone a rischio", ve ne saremo grati "per sempre"».

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