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Coronavirus in Italia, ora finitela di fare i pompieri. Potevate evitare questi casi

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Chi ha provato a chiedere più controlli è stato linciato e accusato di razzismo

Franco Bechis
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Da settimane Roberto Burioni ripete con ossessione una sola cosa: meglio sopravvalutare che sottovalutare il coronavirus. Quindi secondo il più famoso virologo italiano le autorità italiane avevano una sola strada da seguire per cercare di evitare il contagio: isolamento e quarantena per chiunque fosse stato in Cina. Burioni quando faceva comodo per fare da stampella a decisioni dell'esecutivo veniva sventolato come una bandiera. Ora non l'ha ascoltato nessuno. Anzi, quando i governatori di alcune regioni del Nord parecchie settimane fa avevano chiesto al ministero della Pubblica istruzione di isolare e mettere in quarantena gli alunni che fossero stati nelle ultime due settimane in Cina e Burioni aveva dato loro ragione, il professore era stato trattato indirettamente da Giuseppe Conte come una sorta di ciarlatano, sostenendo che tutti dovevano zittirsi e lui come tutto il governo aveva preso decisioni sulla base di consigli di fantomatici loro esperti. Quindi non sono state adottate le misure precauzionali che potevano servire, si sono messi tutti a fare i pompieri come se il virus al massimo potesse essere un problema per l'economia italiana, ma non per gli italiani, ed ora il contagio è una realtà che poteva probabilmente essere evitata. Ieri di fronte a qualche dichiarazione polemica del politico di opposizione di turno è partita una sorta di linciaggio in nome del politically correct dagli stessi che davano del “razzista” a quei governatori- ovviamente di centrodestra- che chiedevano una misura solo saggia. Oggi ci dicono: che schifo fare polemica, è invece il momento di stare zitti e stringerci tutti insieme di fronte alla emergenza del contagio. Tutti uniti? Stringerci insieme? Ma allora sono pure mentecatti: tenete qualche metro di distanza da chiunque in luoghi affollati, e se potete evitateli. E a questi signori del governo che prima hanno sbagliato e poi vogliono pure fare la morale a tutti c'è una sola cosa da dire: “Andate a quel paese!”. E che sia molto lontano da qui. Isolamento e quarantena. Oggi sono 17 gli italiani contagiati (due in Veneto, gli altri a Codogno e nel Lodigiano), ed è accaduto all'improvviso in una sola giornata. Ma è evidente che ora il problema e dove siano stati nelle ultime settimane quei 17 e quanti di quelli che sono con loro hanno girato per lavoro o per altri motivi l'Italia. Tutti speriamo che si possa fermare in quell'area geografica dove è esploso il virus, e ieri Codogno e dintorni sono sembrati una piccola Wuhan, a cui ora è impossibile avvicinarsi. Ma visto che i principi di precauzione non sono stati usati né dal governo né da molti governatori di sinistra, come il toscano Enrico Rossi più preoccupato di strologare sul rischio di discriminazione dei cinesi che ad occuparsi della salute dei suoi corregionali, non possiamo sperare con ragionevole certezza che il contagio non si allarghi. Allora cari signori del governo Conte meno sciocchezze (voi sì state zitti), meno provvedimenti in sé poco utili come la chiusura dei voli da e per la Cina (tanto arrivano lo stesso passando dal Dubai o da altri scali) o la misurazione della febbre negli aeroporti (non ce l'ha chi ha il virus latente e non ancora esploso), e mettetevi seriamente al lavoro limitando se necessario qualche libertà di movimento ma proteggendo come si deve fare la salute degli italiani.

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