crisi economica

Grom chiude le gelaterie. I gelati vanno nei supermercati

Carlo Antini

Il "Gelato come una volta" di Grom si sposta dalle gelaterie agli scaffali dei supermercati. Nell’ottica di «un’evoluzione del modello di business» e di «una visione proiettata sul medio e lungo periodo, che tiene conto di nuove opportunità, di nuovi canali e di nuovi modelli di acquisto e consumo», la controllante dal 2015 Unilever ha definito una nuova «strategia» per Grom e ha deciso la chiusura di 7 gelaterie sul territorio nazionale. Vittima illustre la storica gelateria di via Cernaia, a Torino dove il marchio del gelato nato per iniziativa di Guido Martinetti e Federico Grom ha preso forma. Un cambio di rotta, dunque, dove le gelaterie restano «il cuore di un ecosistema», assicura Unilever, proprietaria tra gli altri di marchi come Algida e Magnum. Grom non sparirà dall’Italia. Il Belpaese - ribadisce la multinazionale - «è il primo mercato per Grom e continua a rimanere un Paese strategico, in cui realizzare quest’idea dell’azienda come ecosistema, nel quale ciascun canale opera in completa e totale sinergia con gli altri e in cui il consumatore è al centro».  Per approfondire leggi anche: I creativi dei dolci si sfidano I gelati di Grom saranno quindi venduti, oltre che nei supermercati, in "smart format" come chioschi o biciclette gelato su strada. Nel dna di Grom, ricorda Unilever, è forte il ruolo del retail: «Il gelato confezionato nasce sempre a Mappano (alle porte di Torino) dal desiderio di "mettere la nostra gelateria in barattolo": infatti è prodotto allo stesso modo rispetto a quello gustato in gelateria», sottolinea il gruppo, spiegando che «per questo abbiamo ristrutturato alcune gelaterie in Italia e stiamo valutando una nuova apertura sul territorio». Dei 46 negozi a marchio Grom presenti in Italia - cui si uniscono due chioschi all’interno dei Carrefour Gourmet a Roma e a Milano e i temporary store, oltre a 12 "shop in shop" - la multinazionale anglo-olandese conferma le quattro chiusure dello scorso anno e ne annuncia altre tre entro il primo trimestre del 2020. Ai dipendenti assunti a tempo indeterminato Unilever offrirà la possibilità di una ricollocazione in altre gelaterie. Le chiusure, sottolinea la multinazionale, hanno lo scopo «di accelerare ulteriormente la crescita» che, in ogni caso, «ha raggiunto dal 2015 al 2019 un complessivo +46,7%».