VATICANO

Il Papa accetta le dimissioni di Giani, capo della Gendarmeria

Alessandro Austini

Il Papa ha accettato le dimissioni del capo della Gendarmeria Domenico Giani. Lo fa sapere una nota della Sala stampa vaticana. Al suo posto dovrebbe andare, “ad interim” l’attuale vice Gianluca Gauzzi Broccoletti. «Nell’accogliere le dimissioni, - spiega una nota del Vaticano- il Santo Padre si è intrattenuto a lungo col Comandante Giani e gli ha espresso il proprio apprezzamento per questo gesto, riconoscendo in esso un’espressione di libertà e di sensibilità istituzionale, che torna ad onore della persona e del servizio prestato con umiltà e discrezione al Ministero Petrino e alla Santa Sede». Papa Francesco, ragguaglia ancora la nota, «ha voluto ricordare anche la sua ventennale, indiscussa, fedeltà e lealtà e ha sottolineato come, interpretando al meglio il proprio stile di testimonianza in ogni parte del mondo, il Comandante Giani abbia saputo costruire e garantire intorno al Pontefice un clima costante di naturalezza e sicurezza. Nel salutare Domenico Giani, il Santo Padre lo ha anche ringraziato per l’ alta competenza dimostrata nell’espletamento dei molteplici, delicati servizi, anche in ambito internazionale, e per il livello di indiscussa professionalità a cui ha portato il Corpo della Gendarmeria». La nota del Vaticano ripercorre poi la genesi della vicenda che ha portato all’addio di Giani: «Lo scorso 2 ottobre, alcuni organi di stampa hanno pubblicato una disposizione di servizio riservata, firmata dal Comandante del Corpo della Gendarmeria, dottor Domenico Giani,riguardante gli effetti di alcune limitazioni amministrative disposte nei confronti di personale della Santa Sede. Tale pubblicazione è altamente lesiva sia della dignità delle persone coinvolte, sia della stessa immagine della Gendarmeria». «Volendo garantire la giusta serenità per il proseguimento delle indagini coordinate dal Promotore di Giustizia ed eseguite da personale del Corpo, non essendo emerso al momento l’autore materiale della divulgazione all’esterno della disposizione di servizio riservata agli appartenenti al Corpo della Gendarmeria e della Guardia Svizzera Pontificia, il Comandante Giani, pur non avendo alcuna responsabilità soggettiva nella vicenda, ha rimesso il proprio mandato nelle mani del Santo Padre, in spirito di amore e fedeltà alla Chiesa e al Successore di Pietro».