intesa sui 47 migranti

Sea Watch 3 è sbarcata a Catania, la nave non sarà sequestrata. Per ora

Davide Di Santo

È arrivata a Catania la Sea Watch 3 che aveva mollato gli ormeggi intorno alle 5.30 con 47 migranti a bordo. Il capo missione avrebbe chiesto di partire più tardi per fare riposare l'equipaggio, ma la capitaneria ha ribadito l'ordine di partire alle ore 5 verso Catania, ottemperato mezz'ora dopo.  Sono quindici i minori non accompagnati a bordo. I ragazzi, tutti tra i 14 e i 17 anni, sono attesi al porto del capoluogo etneo per essere ospitati in alcune strutture che si occupano dell'accoglienza dei minori. Ieri il Tribunale dei minori di Catania ha nominato i tutori, come prevede la legge, per i 15 ragazzi. Il più piccolo, Mamadou ha 14 anni e mezzo.  Fonti investigative escludono al momento il sequestro del natante. Comandante ed equipaggio, come previsto, viene spiegato, saranno sentiti. Nei giorni scorsi il procuratore di Siracusa, Fabio Scavone, aveva escluso la commissione di reati, ma ora la pratica finisce sotto la lente del collega di Catania, Carmelo Zuccaro.  Come per la Diciotti, anche il caso di Sea Watch 3 si chiude a Catania. Il Governo rivendica la “fermezza” che ha portato alla condivisione europea dei migranti, su cui ha lavorato il premier Giuseppe Conte. E la soluzione arriva, forse non a caso, proprio mentre al Senato inizia l'iter che potrebbe portare il ministro Matteo Salvini a processo per l’altra nave, il pattugliatore della Guardia costiera che l’estate scorsa è rimasto per giorni in attesa della luce verde del Viminale, con quasi 200 migranti a bordo. Lo sbarco dei 47 migranti, stavolta, è arrivato dopo l’accordo con Germania, Lussemburgo, Romania, Francia, Portogallo, Lituania, Malta e Spagna. Anche l’Italia si prenderà carico di qualche persona, ma Salvini sottolinea che “prima bisogna vedere cosa faranno gli altri”. A sinistra, le opposizioni tirano un sospiro di sollievo. "Dovevamo aiutare a rompere un muro di indifferenza e un racconto falsato su quello che sta accadendo su quella nave”, spiega il segretario del Pd Maurizio Martina, che aveva organizzato una ‘staffetta democratica’ visitando lui stesso la nave. Stefania Prestigiacomo, deputata di Forza Italia che pure era salita a bordo tra polemiche e distinguo dei vertici azzurri, afferma che “ha vinto l’umanità, ha perso il Governo”. L'approdo indicato dal Viminale per la Sea Watch 3 non è Siracusa ma Catania, porto attrezzato per l'accoglienza dei minori non accompagnati. I maggiorenni, invece, saranno invece trasferiti all'hotspot di Messina. Salvini parla di “missione compiuta”, sottolineando che “mentre gli altri chiacchierano e denunciano, la nostra linea della fermezza ha portato otto Paesi europei a farsi carico dell’accoglienza.” Il leader del Carroccio auspica che “l’autorità giudiziaria prenda in considerazione le ripetute irregolarità a carico della ong tedesca”, esprimendo poi rammarico per “l’assoluta mancanza di collaborazione del governo olandese nonostante lo yacht (perché così è registato in Olanda) navighi con la bandiera di quel paese”. Dietro alle parole del ministro si intravede una strategia più ampia, che mira a paralizzare completamente tutte le attività delle Ong. Dal Viminale trapela che si sta lavorando ad una soluzione per individuare, sulla base della normativa esistente (in particolare l’Articolo 83 del codice della navigazione) una procedura standard nel caso di nuovi arrivi. I funzionari del ministero dell'Interno ci stanno ragionando assieme a quello delle Infrastrutture retto da Danilo Toninelli. Il nodo giuridico è definire tali navi come “non inoffensive”: esse, favorendo l’immigrazione clandestina, potrebbero rappresentare un rischio per la sicurezza nazionale, e quindi essere bloccate.