il caso

In Vaticano si riapre il vecchio giallo del "collezionista di ossa"

Angela Di Pietro

Nessuna forzatura: l’enigma del collezionista di ossa della Magliana, mai risolto, non ha niente a che fare col rinvenimento dei resti (ancora non attribuiti) all’interno della Nunziatura apostolica. L’unico elemento che lega gli episodi - flebile - è una circostanza: l’uomo sparito, nel “giallo” che viene in questa sede riproposto, aveva lavorato tutta la vita per il Vaticano, come operaio. Conosceva tutti gli alti prelati. Una coincidenza, naturalmente. D’altro canto in tutti i grandi misteri romani che si palesano fra il 1983 ed il 1995 s’incrociano sedi e figuranti, in una miscela che invoca suggestioni, più che esiti investigativi. Come comincia il “giallo” del collezionista di ossa? Inizia undici anni fa. Una estate calda e ventosa.  UN INCENDIO MISTERIOSO C'è un rompicapo dietro al ritrovamento, avvenuto il 26 luglio 2007, in un campo incolto di via della Pescaglia (zona "Magliana"), di ossa umane composte sul terreno in modo tale da rappresentare uno scheletro. C'è un enigma dietro all'azione meticolosa, professionale, dai risvolti inquietanti, che viene compiuta in un caldissimo giorno di luglio. Un mistero mai risolto. La vicenda ha inizio alle 15 e 30, con una chiamata al 115. I vigili del fuoco accorrono alla periferia di Roma, in via della Pescaglia: un campo... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI