VENERDÌ IL DECRETONE IN CDM

Toninelli: "Il nuovo ponte di Genova lo farà Fincantieri"

Dario Martini

Si stringono i tempi per il varo del decreto per Genova. È atteso per venerdì prossimo il disco verde da parte del consiglio dei ministri del "decretone" che conterrà misure a favore di famiglie in tema di mutui e alle imprese con agevolazioni fiscali con l’obiettivo di far ripartire "una delle città più strategiche del Paese", dopo la tragedia del 14 agosto scorso. Fondamentale sarà la ricostruzione del ponte sul Polcevera e la carta che si vuole giocare, una volta ottenuto l’ok di Bruxelles, è quella dell’affidamento diretto dei lavori a una società pubblica, Fincantieri. È questa la road map tracciata oggi dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, nel corso di un’audizione alla Camera. "Si tratta i un decreto non solo di competenza del ministero dei Trasporti. Da parte mia, farò di tutto perché venerdì ci sia", ha assicurato Toninelli. E categorico è stato il titolare del Mit sul fronte della ricostruzione: "I lavori non possono essere affidati ed eseguiti da chi giuridicamente aveva la responsabilità a non farlo crollare. Consentire ad Autostrade per l’Italia di ricostruire il ponte sarebbe una follia e sarebbe irrispettoso nei confronti dei familiari delle vittime del crollo del Morandi". E su questo "il Governo è compatto". "Sulla ricostruzione del ponte deve esserci il progetto, il sigillo dello Stato. E la ricostruzione - ha insistito Toninelli - va affidata a un soggetto a prevalente o totale partecipazione pubblica dotato di adeguate capacità tecniche". E, per questo, si guarda a Fincantieri. La questione, ha riferito, è sul tavolo di Bruxelles "per verificare se si possa derogare al Codice degli Appalti perché si possa fare l’assegnazione immediata senza gara ad un soggetto pubblico come Fincantieri la ricostruzione del ponte". Del resto, "nessuno oggi può ritenere non eccezionale un caso abnorme come il crollo del ponte di Genova", ha sottolineato il ministro. E, partendo dalle regole attuali del Codice degli Appalti, sulla base dell’eccezionalità "potremo affidare direttamente a una società pubblica, pensiamo a Fincantieri, l’appalto per la ricostruzione del Ponte". Secondo le ipotesi che stanno circolando, il gruppo navalmeccanico guidato Giuseppe Bono dovrebbe avere un ruolo da capocordata e coordinamento in un raggruppamento di imprese con responsabilità in materia di fornitura di acciaio e carpenterie pesante. Fincantieri scenderebbe in campo, sempre secondo scenario, con il proprio braccio operativo Fincantieri Infrastructure, la società controllata specializzata nella progettazione, realizzazione e montaggio di strutture in acciaio su progetti di grande dimensione quali ponti, stadi, porti oltre a progetti di tipo industriale, commerciale e istituzionale. Fincantieri Infrastructure opera come epc contractor con competenze di project management, di ingegneria e di costruzione non comuni, maturate in un settore complesso come quello della costruzione navale. Mentre si prepara la ricostruzione del ponte di Genova, il ministro delle Infrastrutture intende affrontare il più ampio dossier delle concessioni, annunciando "un segnale di svolta". "D’ora in avanti tutti i concessionari saranno vincolati a reinvestire buona parte degli utili nell’ammodernamento delle infrastrutture che hanno ricevuto in concessione", ha detto Toninelli. "Nei prossimi giorni convocherò tutti i concessionari delle infrastrutture chiedendo un programma dettagliato degli interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione, con specifica quantificazione delle risorse destinate a realizzare un programma di riammodernamento delle infrastrutture", ha annunciato Toninelli. "È indifferibile - ha incalzato - l’esigenza di intervenire su un sistema malato che non ha giustificazione né corrispondenza negli altri Paesi europei. In un’ottica di revisione degli schemi di convenzione risulta altrettanto necessario ristabilire un rapporto fisiologico tra concedente e concessionario anche attraverso l’adozione di misure punitive nei confronti delle società nel caso di ricorsi manifestamente strumentali".