Dalla fiction alla realtà

Camorra in prima serata

Andrea Ossino

Il commissario Rex veniva utilizzato per riciclare denaro. A sua insaputa. Un viaggio dietro le quinte delle produzioni cinematografiche è racchiuso in un’informativa redatta dai carabinieri del Nucleo Investigativo. Da «Matrimonio a Parigi», fino a «Tutto tutto, niente niente», passando per «Romanzo di una strage» e le pubblicità «Borotalco». È una fotografia in cui le 16 più importanti società di cinema vengono sfruttate e danneggiate dai camorristi per pulire il denaro attraverso fatture per operazioni inesistenti: circa un milione e mezzo di euro. Nelle pagine al vaglio del pm Nadia Plastina emerge anche «il sistema cinema», un mondo composto da «fatture di cortesia» e manodopera in nero. LA GENESI: BABYLONIA Tutto inizia nel giugno scorso, quando gli uomini della Dda arrestano 23 persone, ne indagano una cinquantina e sequestrano 46 locali tra cui la storica rosticceria Mizzica o il Macao di via del Gazometro. Il sequestro ammonta a 280 milioni di euro, tra 262 immobili, 222 conti correnti, auto, moto e società di ogni sorta. A capo del sistema, secondo la procura, c’era Gaetano Vitagliano, un uomo dall’ampio curriculum criminale, legato alla camorra degli scissionisti, gli Amato-Pagano. Il denaro illecito dell’organizzazione è molto e occorre riciclarlo attraverso le «società lavatrici»: la Cisco, la Cisco Unipersonale e la Project. «I soggetti che hanno corrisposto denaro a fronte di fatture alle società lavatrici sono risultati (…) in parte società operanti nel settore cinematografico», si legge negli atti. Le fatture «hanno a oggetto la fornitura di materiali e attrezzature scenografiche, la fornitura di personale o la fornitura di pulizia»... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI