PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Statali, arriva il congedo matrimoniale anche per le unioni civili

Grazia Maria Coletti

Matrimoni e unioni civili sullo stesso piano per congedi e permessi: i dipendenti statali stanno avanti. È una delle novità contenute nella bozza del nuovo contratto degli statali, presentato oggi dall’Aran ai sindacati. «Al solo fine di assicurare l’effettività della tutela dei diritti e il pieno adempimento degli obblighi derivanti dall’unione civile tra persone dello stesso sesso di cui alla legge 76 del 2016 - si legge - le disposizioni di cui al presente Ccnl che si riferiscono al matrimonio e le disposizioni contenenti le parole "coniuge", "coniugi" o termini equivalenti, si applicano anche a ognuna delle parti dell’unione civile tra persone dello stesso sesso». Tra le altre novità anche una sui permessi previsti dalla legge 104: la richiesta non può arrivare oltre l’inizio dell’orario di lavoro. «Al fine di garantire la funzionalità degli uffici e a migliore organizzazione dell’attività amministrativa, il dipendente che fruisce dei permessi, predispone di norma una programmazione mensile dei giorni in cui intende assentarsi, da comunicare all’ufficio di appartenenza all’inizio di ogni mese. In caso di documentata necessità e urgenza o per esigenze impreviste, la domanda di permesso può essere presentata nelle 24 ore precedenti la fruizione dello stesso e, comunque, non oltre l’inizio dell’orario di lavoro del giorno in cui il lavoratore utilizza il permesso». Secondo la Uil la bozza di contratto «è un buon inizio di lavoro» ma sono state chieste delle modifiche e alcune aggiunte e approfondimenti da fare. Ad esempio è stato chiesto di inserire il diritto per la donne che hanno subito violenze di usufruire di tre mesi di aspettativa retribuiti (come prevede la legge) ed è stato chiesto anche di ampliare questo periodo in modo non retribuito per chi ne avesse la necessità. Riguardo alle ferie donate, la Uil chiede di estendere e allargare il campo delle problematiche: non solo per i figli minori ma per qualsiasi problema di famiglia basta che «siamo problemi essenziali».