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Meningite a Milano, le due studentesse morte contagiate da un portatore sano

Katia Perrini
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«Siamo quasi sicuri che a contagiare le due studentesse della Facoltà di Chimica dell'Università Statale di Milano sia stato un solo portatore sano», un professore o un compagno di studi. E proprio su questa ipotesi ritenuta fin da subito «la più probabile», spiega Giorgio Ciconali, direttore del servizio di Igiene e Sanità Pubblica della Ats (ex Asl) di Milano, è stata programmata la maxi vaccinazione che da domani coinvolgerà 140 compagni di facoltà di Alessandra Covezzi e Flavia Roncalli, le studentesse 24enni morte per meningite fulminante nel giro di quattro mesi. Nelle scorse ore è arrivato il risultato delle analisi eseguite all'Istituto superiore di Sanità sul batterio killer un sottotipo di meningococco C, che ha ucciso le due ragazze. L'obiettivo era verificare se fosse lo stesso in entrambi i casi. E l'esito è stato positivo anche se «non si può avere la certezza al 100%, perché il campione di materiale biologico esaminato era troppo esiguo», spiega Ciconali. L'esito delle analisi, in ogni caso, da una risposta a un timore che serpeggiava già nei giorni scorsi. Tra chi frequenta i laboratori di Chimica c'è un portatore sano della malattia, circostanza non inusuale dato che in Italia lo è il 15% della popolazione. Difficile, però, pensare che in una comunità così ristretta ci possano essere due le persone che, pur non manifestando nessun sintomo della meningite, possono contagiare gli altri con lo stesso tipo di minigococco, tra i più aggressivo. «A questo punto la strategia di vaccinazioni che avevamo prospettato finora resta valida», rassicura Cicconali. Si inizierà domani, quando toccherà a 60 studenti fare l'iniezione. Agli altri 80 toccherà in due diverse sedute, in programma da qui a Natale. «In Lombardia la profilassi è gratuita per tutti i ragazzi fino a 18 anni - aggiunge - quindi al fascia dei 20 - 25enni, cioè quella delle studentesse, è esclusa». Mettersi «al riparo dalla meningite», in ogni caso, prosegue Cicconali «è consigliabile», anche se al momento non sono state indette specifiche campagne. «Ho fatto vaccinare tutta la mia famiglia, inclusi i miei figli che hanno un'età compresa trai 23 e i 28 anni - prosegue - per i ragazzi, che frequentano luoghi molto affollati come la scuola, l'università o i locali, conviene fare la profilassi - conclude - anche se la situazione al momento è sotto controllo. Non c'è nessun allarme».

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