IL SISMA NEL CENTRO ITALIA

Terremoto, la notte degli sfollati tra paura e nuove scosseProteste a Norcia: "Restiamo qui, ridateci le tende"

Silvia Sfregola

La prima notte del dopo terremoto, il più forte dal 1980, la popolazione colpita dal nuovo sisma di magnitudo 6.5 tra Umbria, Marche e Lazio l'ha trascorsa nelle strutture di accoglienza e in auto mentre la terra ha continuato a tremare senza sosta. La scossa di assestamento più forte è stata registrata alle 4.27 con magnitudo 4.2. Continua il lavoro dei soccorritori: sono oltre 15mila le persone assistite dal Servizio nazionale della Protezione civile. Oltre 900 in Umbria: quasi 400 presso strutture alberghiere nell'area del Trasimeno e oltre 500 in strutture di prima accoglienza allestite a livello comunale. Nelle Marche gli assistiti sono circa 6.500 di cui oltre 2.000 negli alberghi sulla costa adriatica, 4.000 in strutture di prima accoglienza allestite a livello comunale e le altre in strutture ricettive agibili sul territorio. Nel Lazio, 130 persone sono ospitate in una struttura allestita a Leonessa. A questi la Protezione civile stima che si aggiungeranno, nelle prossime ore, circa 3.000 persone che verranno trasferite in nuove strutture di prima accoglienza allestite tra Umbria e Marche. Intanto il commissario per la ricostruzione Vasco Errani e il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio invitano la popolazione a trasferirsi negli alberghi sulla costa. "Serve impegno e serenità, nelle prossime ore e nei prossimi giorni costruiremo il percorso. Non ha senso dormire in macchina, nessuno vuole deportare le persone ma vogliamo che abbiano la possibilità di vivere una notte tranquilla. Costruire oggi una strategia non ha senso, dobbiamo gestire l'emergenza dell'ultima scossa", ha detto Errani dopo un vertice a Norcia. "Alcune persone hanno aderito alla proposta di trasferirsi negli alberghi sulla costa, sono già partiti 6-7 bus. Lo spostamento è la soluzione migliore, dobbiamo stabilire una strategia generale e abbiamo bisogno di qualche ora per capire le necessità effettive e finire l'elencazione del numero delle persone che hanno la casa non agibile", ha ribadito Curcio. "La tendopoli è comunque passaggio temporaneo e questa non è una questione che non si risolve in pochi giorni. Andare in albergo significa passare una notte sicuramente migliore", ha spiegato ancora il capo della protezione civile sottolineando che "sarà una notte difficile. Ci sono stati molti danni e soprattutto c'è una grande ansia tra la popolazione". Ma nonostante l'appello dei soccorritori ad abbandonare le aree colpite a Norcia esplode la protesta tra gli sfollati che chiedono una sistemazione per rimanere in città. "Ridateci le tende" è la richiesta che arriva dalla maggior parte degli abitanti di Norcia che hanno scelto di rimanere in città pur avendo le case inagibili o non potendo rientrare per la paura o perché all'interno della zona rossa. La Regione assicura comunque che già nelle prossime ore saranno montate tensostrutture collettive dove la comunità potrà passare la notte. "In modo che nessuno sia costretto a rimanere in auto" sottolineano. "Le tende non dovevano essere smontate" denunciano gli sfollati. "Non sono più solo teli come una volta - afferma Adolfo - ma ambienti confortevoli e riscaldati. Possono permettere a chi rimane qui di affrontare meglio le difficoltà di queste ore". Parole urlate anche durante una assemblea con il sindaco Nicola Alemanno.